«Allo stato attuale delle scelte di Bombardier, per il sito di Vado non c’è futuro, checchéne dica l’Azienda. Per futuro si intende una prospettiva di investimenti a lungo termine, qualcosa che si decide ora per avere commesse, lavoro, capacità competitiva negli anni che verranno». Così dichiara la parlamentare savonese Anna Giacobbe (Pd).

«Oggi – prosegue – questo non c’è, inutile girarci in giro. Una multinazionale deve avere buoni motivi per investire in Italia? Bombardier dallo stabilimento di Vado ha tratto profitti rilevanti; ha avuto nel nostro Paese commesse di lavoro pagate dai contribuenti. Non è sufficiente? Ma perché non vedere che si è consolidata qui una capacità di progettazione ed una professionalità operaia che vale la pena utilizzare, non disperdere, sulla quale puntare per produrre ricchezza. L’azienda decida di farlo».

«Sappia che la nostra comunità non si lascerà portare via così, senza combattere, un patrimonio tanto rilevante. All’Italia non può più chiedere semplicemente di aiutarla a raschiare il fondo del barile di vecchi prodotti, di vecchi progetti. Si metta in condizione di proporre programmi e prodotti che valgano per l’avvenire. Lo stato italiano, le aziende di trasporto, dicano quali strategie, quali scelte, e quindi quale domanda di prodotti, per il trasporto locale e per il trasporto delle merci, intendano sviluppare. E chiamino l’azienda a dichiarare le proprie intenzioni. Il Governo ha molto da dire e molto da chiedere a Bombardier. E dunque, convochi l’azienda, gli enti locali e le parti sociali».

«Nel frattempo – conclude l’on. Giacobbe – una distribuzione migliore, anche più razionale, dei carichi di lavoro all’interno dell’azienda, come per i carrelli dello Zefiro, e tra l’azienda e suoi partner industriali, è un buon modo per affrontare questi mesi difficile, per arrivarci vivi, al futuro».