«È indispensabile un’azione urgente che risolva in tempi brevi la dolorosa empasse burocratica che sta impedendo il rientro a casa di 26 famiglie italiane, tra cui una di Genova e una della Spezia, bloccate ormai da settimane in Congo, assieme ai bimbi adottati, cittadini italiani a tutti gli effetti». Così Maruska Piredda, capogruppo di Italia dei Valori in Regione Liguria, che ha presentato un ordine del giorno in consiglio regionale per impegnare la giunta e il presidente “a farsi parte attiva a livello di Governo per continuare a sollecitare la pronta risoluzione della vicenda affinché i nostri concittadini possano rientrare in Italia con i figli adottivi nel minor tempo possibile”.

«Da quanto hanno segnalato le famiglie stesse che si trovano in Congo dallo scorso 27 ottobre – spiega Piredda – le loro condizioni di permanenza sono sempre più precarie e aggravano la già sfiancante situazione di incertezza in cui si trovano dal 13 novembre, quando sono emersi ostacoli di tipo burocratico e diplomatico che ne hanno impedito la partenza dalla capitale africana Kinshasa».

«Vorrei ricordare che queste famiglie, dopo un iter burocratico durato anni e con oneri economici non indifferenti vista anche la particolare situazione di crisi in cui oggi ci troviamo, sono partite lo scorso 27 ottobre, certe di poter tornare con i propri figli nell’arco di una quindicina di giorni. Così purtroppo non è stato per subentrati problemi legati al visto dei bambini adottati. Sottolineo che i bambini sono a tutti gli effetti italiani, in quanto portano il cognome delle famiglie adottive. Inoltre, ricordo che il Congo rappresenta uno tra i Paesi di provenienza delle adozioni internazionali italiane che sono state ben 3.100 nel 2012, in forte crescita rispetto ai precedenti, Nonostante i dati diffusi dalla Cai-Commissione adozioni internazionali, presieduta dallo stesso ministro all’Integrazione Kyenge, attestino una prassi e relazioni diplomatiche consolidate con la Repubblica del Congo, al momento permane l’impossibilità di fare rientro in patria per le famiglie che si sono ricongiunte ai minori adottati e quindi, com’è comprensibile, non accettano di rientrare in Italia senza i propri figli».

«Oltre ad auspicare un ulteriore intervento dei ministri all’Integrazione Kyenge e degli Esteri Bonino per sbloccare la situazione e consentire il rientro delle famiglie con i loro figli entro Natale, avremmo anche sperato in un’ampia condivisione dell’ordine del giorno in consiglio regionale e una maggiore sensibilità nei confronti di queste famiglie italiane che con i loro figli, sottolineo, italiani, vedono allontanarsi, giorno dopo giorno, la possibilità di trascorrere il primo Natale insieme ai propri bambini, così fortemente voluti. Purtroppo – conclude Piredda – così non è stato vista la mancata sottoscrizione da parte della Lega Nord che ha preferito non firmare quest’ordine del giorno».