«L’emendamento contenuto nel decreto Salva Roma sostenuto dal governo e approvato ieri dal Senato è un insulto a tutti quei Comuni che, come quello di Genova, hanno intrapreso una svolta virtuosa che mette al centro la salute dei propri cittadini contrastando con fermezza il dilagare della piaga sociale della ludopadia e quindi del gioco d’azzardo». Così Maruska Piredda, segretaria regionale dell’Italia dei Valori Liguria, che esprime una dura condanna in merito al provvedimento presentato dal Nuovo centro destra che prevede lo stanziamento di minori trasferimenti a quegli enti locali che si sono dotati o adotteranno regolamenti per limitare la diffusione di slot machine, videolotterie e altre tipologie di gioco d’azzardo.

«Italia dei Valori si associa alle parole espresse dal sindaco di Genova Doria, il primo ad aver adottato un regolamento che possa limitare la diffusione di questa già purtroppo estesa piaga sociale – dice Piredda – ribadiamo che sia un atto ignobile punire quegli enti locali che adottano comportamenti virtuosi a tutela soprattutto delle fasce più deboli che, com’è ormai noto, sono quelle più esposte al rischio di cadere nella trappola del gioco d’azzardo. Oltre a ribadire il pieno sostegno all’amministrazione genovese su questo tema che riteniamo sia di assoluta importanza vista l’emergenza sociale che rappresenta, Italia dei Valori si attiverà in ogni sede istituzionale affinché non si compia questo ennesimo atto scellerato a sostegno della politica dello Stato biscazziere. Non è più tollerabile che per favorire le lobby dell’azzardo, si continui a fare cassa sulle spalle dei cittadini».

«Italia dei Valori, con il segretario nazionale Ignazio Messina, da settimane sta raccogliendo le firme, in ogni piazza italiana, per la nostra proposta di legge di iniziativa popolare contro il gioco d’azzardo. Sono migliaia i liguri che hanno già sottoscritto la nostra iniziativa, ma invitiamo tutti, senza distinzione di partito alcuna, a sostenere, qualora non lo abbiano ancora fatto, la nostra proposta con una firma affinché sia ben chiaro che gli italiani vogliono uno Stato che li tuteli e non che li spenni, come purtroppo oggi accade», conclude Piredda.