Aiuti assistenza disabili in famiglia, Melgrati: “Perché la Regione Liguria non applica la Legge 162?”

Con una interrogazione a risposta immediata il capogruppo di Forza Italia in Regione Liguria Marco Melgrati interroga l’assessore alla Salute Claudio Montaldo sulla mancata applicazione della Legge 162 in Liguria. È già pronto un disegno di legge del gruppo di Forza Italia, primo firmatario il capogruppo Melgrati, sulla base della legge Regionale già approvata in Sardegna, se la risposta dell’assessore non sarà soddisfacente: «Infatti, continua il consigliere regionale, dovrebbe essere obbligo di tutte le Regioni applicare la legge 162 in tutt’Italia, ma per ora e’ applicata a pieno solo in Sardegna, e questo è scandaloso. La Regione Sardegna, sulla base della Legge n. 162/1998 che prevede “finanziamenti per piani personalizzati a favore delle persone con grave disabilità” ha approvato e applica con successo nel 2007 la Legge regionale n. 2, art. 34 “Fondo per la non autosufficienza”, addirittura in anticipo rispetto alla Legge Nazionale».

Ma di cosa parla la Legge 162? E come funziona in Sardegna e come dovrebbe funzionare anche in Liguria? «Per le persone in condizione di handicap grave sono previsti la predisposizione e il finanziamento di piani personalizzati di assistenza mediante operatori (assistenza domiciliare e assistenza educativa), al fine di alleggerire il carico dei familiari. A chi si rivolge? Ai disabili con certificazione di handicap grave riconosciuta dalla ASL (ai sensi dell’art. 3 comma 3 della Legge 104/92), con reddito familiare non superiore a 70.000 euro annui lordi. Come si fa?

Annualmente la Regione Sardegna pubblica un bando cui viene data opportuna pubblicità; il modulo di domanda compilato con la richiesta di progettazione del piano personalizzato va presentata in busta chiusa all’Ufficio Protocollo Generale dei Comuni con la dicitura “contiene domanda ex L. 162/98” entro i termini stabiliti nel bando stesso».

«Viene quindi fissato un appuntamento per concordare l’ipotesi di progetto personalizzato in base alle esigenze del disabile e ai bisogni della famiglia stessa. I progetti, sottoscritti dagli interessati, vengono quindi trasmessi alla Regione, che predispone la graduatoria dei progetti finanziati con l’indicazione dell’importo erogabile. Spetta poi alla famiglia scegliere la modalità di gestione dell’intervento, che può essere:- diretta (il Comune si fa carico della scelta degli operatori)- indiretta (il beneficiario stesso o la sua famiglia scelgono l’operatore). Nel primo caso (gestione diretta) il Comune effettua direttamente i pagamenti agli operatori. Nel secondo caso (gestione indiretta) la famiglia anticipa i pagamenti all’operatore, e tramite le ricevute delle somme versate viene poi rimborsata».

«Quindi le famiglie possono scegliere se dare loro l’assistenza o assumere personale a loro scelta. Questo farebbe molto risparmiare un disabile in Rsa costa anche più di 4000 euro al mese,e chi ci lavora guadagna non molto. Questo tipo di assistenza si chiama assistenza indiretta, ed e’ quella proposta da Raffaele Pennacchio, medico malato di Sla, morto poco tempo fa a Roma dopo una manifestazione e dopo aver chiesto un colloquio con la Lorenzin, che ha atteso un giorno e una notte prima di riceverlo e mai lo ha ricevuto. Credo – conclude il capogruppo di Forza Italia Marco Melgrati – che questa sia una legge e una scelta di civiltà, che genera comunque risparmi per la Regione, e che non può essere più disattesa o posticipata, per il bene dei cittadini già sofferenti e per le Loro famiglie».