I Flower Flesh, una band locale alla conquista… del mondo

di Alfredo Sgarlato – I Flower Flesh sono un gruppo della zona Albenga- Finale, composto da Daniel Elvstrom, voce, MetalMark, chitarra, Mr. Apple, tastiere, Ivan Kribbio, basso e Bea (diminutivo di Andrea, non fatevi strane idee…) alle batteria. La loro musica si ispira soprattutto al filone più melodico del progressive rock, Genesis e Marillion per intenderci, ma appaiono anche influenze della new wave romantica (Japan, Simple Minds), dei Doors e molto altro.

Il loro primo disco “Duck in a box”, dopo aver circolato sotto forma di demo, è stato pubblicato a novembre dall’etichetta genovese Black Widow, è distribuito in tutto il mondo e sta avendo recensioni entusiaste sulla stampa specializzata non solo italiana ma anche straniera. I brani sono lunghi e articolati, a parte l’iniziale Falling in another dimension, la più rockettara, con cantato epico e la chitarra che duetta coi sibili dei sintetizzatori.

Brani come The gladness after my sadness o Scream and die ispirata dal racconto di un ragazzo afgano sono lunghe e ricche di cambi di ritmo e di atmosfera com’è tipico del genere prog. Metal Mark a dispetto del soprannome è un chitarrista non incasellabile in un genere ma molto raffinato, e i suoi assoli sono di gran gusto. It will be the end ha un introduzione orientaleggiante di tastiere e poi diventa rock e funkeggiante. The race of my life inizia con tastiere lunari e batteria tribale che entusiasmeranno i nostalgici degli anni’80, per poi evolversi in cambi di ritmo e di melodia., anche con un passaggio jazzato, dove la sezione ritmica mostra il proprio talento. I testi alternano l’inglese e l’italiano.

L’ottima produzione è di Alessandro Mazzitelli. Il disco si può ordinare in qualsiasi negozio di dischi o scaricare legalmente dai più noti negozi on line.