Carlo Tonarelli: sugli OGM si gioca il destino dell'agricoltura e degli uomini

di Carlo Tonarelli – Il futuro dell’Agricoltura Italiana è basato sulla genuinità dei prodotti e sulla produzione che ha legami col territorio.

Una percentuale che varia tra il 65 e il 70% dei coltivatori  europei , ad un rilevamento di Eurobarometro , dice che non vuole coltivazioni  OGM in EUROPA , dopo la recente decisione del Parlamento Europeo che ha approvato la coltivazione della patata geneticamente modificata.


I coltivatori europei hanno compresso che il futuro dell’agricoltura , se vuole contribuire in maniera originale a non rimanere schiacciata dalla globalizzazione  è basato sulla genuinità dei prodotti e alla produzione che ha legami con il territorio, con la sapienza accumulata sui territori. Che poi in Italia sono quei prodotti unici che tutti ci invidiano e ci acquistano.

Da una parte  sta l’Agricoltura industriale che ha raggiunto  gli obiettivi che si era posta, ovvero produrre la massima quantità di cibo possibile e eliminare al massimo la presenza di contadini nella forza lavoro . Il prezzo di tale successo si basa su una logica  ideologica basata sul principio che l’agricoltura sia una attività strettamente economica con l’unico scopo di produrre derrate alimentari; ma le derrate alimentari prodotte non hanno più mercato nei paesi ricchi (perché sono troppe) e hanno un costo troppo alto per i poveri.

Il paradigma dell’agricoltura industriale è stato ”vittima del proprio successo”, perché ha eliminato le priorità per cui è stato sviluppato e ne ha create altre che non è in grado di risolvere. Allora ,dato che serve cambiare il paradigma e orientarsi verso minori produzioni ma di migliore qualità (in senso lato) lo sviluppo degli Ogm, che hanno come obiettivo quello di aumentare la produttività agricola, sembra andare nella direzione opposta. Eppure le multinazionali non sembrano intenzionate a diminuire gli investimenti su questo settore delle biotecnologie.

E anzi continuano a motivare la scelta anche sul piano della necessità di produrre cibo per sfamare milioni di persone. Ipotesi cui non sembra tirarsi indietro nemmeno la Fao. In realtà le coltivazioni OGM sono un sistema economico e ideologico, un processo di “virtualizzazione” del mondo in cui contano più le parole dei fatti. Perché gli oltre 90 milioni di ettari coltivati nel mondo a Ogm non si capisce cosa c’entrano con la fame nel mondo. Perché vengono coltivati da una parte per essere esportati ai paesi del nord del mondo, come mangime per produrre carne. E questa la chiamerei delocalizzazione industriale, non agricoltura.

In altri casi è un modo per entrare nei paesi del sud del mondo con una politica di dumping. Gli Usa famer, non sanno che farsene delle grandi quantità di soia che producono ma hanno grossi vantaggi per le esportazioni del loro prodotto nei paesi del sud, contribuendo tra l’altro alla diminuzione delle produzioni locali e quindi a far aumentare la fame di queste popolazioni .

In poche parole sulle OGM è in atto uno scontro commerciale di dimensioni gigantesche,con forti ripercussioni sul destino della povera gente.

Carlo Tonarelli