Melgrati vs Burlando. Nervi scoperti nella guerra di Carige?

di Mary Caridi- Non c’è pace nella delicatissima vicenda di Banca Carige.  Non solo sono saltati tutti gli equilibri, ma è in atto, come denuncia Burlando, “una guerra tra bande”? Dice il governatore ligure: “aver prodotto da parte di questi 17 consiglieri di indirizzo della Fondazione Carige, la decisione di sfiduciare il presidente, Flavio Repetto, nel momento in cui si sta cercando un amministatore delegato per la Banca è una cosa da matti”; “Come minimo, persone di ragionevolezza e buon senso lo avrebbero fatto dopo aver scelto l’amministratore delegato, perché è chiaro che quello che è accaduto scoraggia chiunque voglia assumere quell’incarico. È un danno colossale”, sottolinea Burlando.

Appare giustificato l’allarme e il timore che la Liguria divenga vittima di questa guerra per il controllo della fondazione, mettendo a rischio la sua banca. Le dimissioni di Castelbarco preannunciate nel caso di decadenza di Flavio Repetto, porterebbero  la banca ad un commissariamento e a questo punto sarà il commissario a dover gestire l’aumento di capitale.

Che dietro le quinte stia andando in onda un duello e una vendetta per l’uscita di scena di Berneschi, che gli imperiesi stiano tentando il tutto per tutto per non perdere influenze politiche che appaiono inevitabili dopo l’indebolimento di Scajola e che vi sia in atto una battaglia che potrebbe avere conseguenze disastrose sulla tenuta della banca, è confermato dai toni, ormai durissimi tra le parti.

Ed è a questo punto della vicenda che il “moderato” Melgrati, consigliere regionale del Pdl, accusa Burlando di aver esternato dando “dei matti” o mandando a “farsi fottere”, paventando che stiamo correndo il rischio di perdere la banca (noi cittadini liguri e correntisti, ovviamente…), e lo fa scrivendo a sua volta frasi che sono tutto, tranne che un invito a quella moderazione che viene richiesta a Burlando. Afferma Marco Megrati, riferendosi a Burlando: “ma è impazzito o ha mangiato qualche ‘fungo allucinogeno’, raccolto dopo aver chiesto congedo in Consiglio Regionale,  che gli ha fatto male? Inaccettabile linguaggio, il Presidente Burlando chieda scusa”.

Siamo alle comiche finali. La Liguria sta rischiando di perdere la banca, i posti di lavoro sono a rischio… e mentre il Titanic affonda, cosa fanno i politici? Alzano i toni e invece di sedersi intorno a un tavolo per riportare calma e prendere atto della situazione, trovare nuovi equilibri e rimettere la barra al centro per riprendere il controllo della situazione,  scorazzano come vandali sulla pelle della “nostra banca”!

* A modo mio: la rubrica Corsara di Mary Caridi