Riserva Naturalistica dell'Adelasia: 1200 ettari di "polmone verde" per una grande opportunità di sviluppo economico e sociale

Presentata a Palazzo Nervi la Riserva Naturalistica dell’Adelasia. La Provincia di Savona ha acquistato una vasta porzione del parco naturale dell’Adelasia che ha consentito di ampliarne la superficie ad oltre 1200 ettari. Con il perfezionamento della proprietà dell’area, la Provincia di Savona si è proposta come Ente gestore e, ad esito, ha ottenuto l’approvazione della legge regionale n. 65 del 28 dicembre 2009, con la quale l’Adelasia è stata trasformata, a tutti gli effetti, in una Riserva Naturale Regionale inserita nell’ambito delle aree protette di interesse regionale e non semplicemente locale.

La Riserva dell’Adelasia, prima e unica area protetta in Liguria creata da privati, fu istituita il 15 novembre 1976 con atto scritto tra 3M Italia (allora proprietaria dei terreni), il “Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente Naturale delle Valli Bormida” e il WWF Italia ed inaugurata con l’apertura al pubblico nel settembre 1989. La Riserva dell’Adelasia, riconosciuta come area protetta provinciale nel 2003, in origine, occupava un’area di circa 670 ettari lungo il bacino della Bormida di Mallare, nel Comune di Cairo Montenotte (Savona). Ora, con l’acquisizione effettuata dalla Provincia di Savona, è stata ampliata a circa 1276 ettari.

È stato, quindi, istituito un grandissimo “polmone verde” con caratteristiche ambientali eccezionali per l’intera Liguria. Basti considerare che la sua estensione è superiore a quella dell’intero territorio di diversi comuni della provincia; ma è stata, altresì, creata una grande opportunità di sviluppo economico e sociale del territorio. Sin dal commissariamento della Ferrania S.p.a. (società subentrata a 3M nella proprietà del sito), la Provincia si è fatta promotrice di iniziative volte a preservare e valorizzare tale territorio. Nel 2009 questi obiettivi sono stati conseguiti, con l’acquisto della area (perfezionato in data 29 ottobre 2009), effettuato per l’importo di € 925.000 di cui € 250.00 proventi da fondi del bilancioprovinciale ed € 675.000 da fondi FIR 2007 (DGR 1490/2007) che ha permesso di elevare l’estensione della riserva ad oltre 1.200 ettari di terreni (comprendenti sia la storica Riserva che una porzione più ampia della parte medio-bassa della valle del Rio Ferranietta,), Cascina Miera (Rifugio e Centro di Educazione Ambientale) e vari fabbricati rurali.

Ad esito della classificazione dell’area fra le Riserve Naturali Regionali (l.r. Liguria 28 dicembre 2009, 65) la sua gestione, la sua tutela e la sua valorizzazione avverranno nel rispetto delle previsioni della citata legge non più solo mediante la sua inclusione nel Piano Provinciale delle Aree Protette, ma anche con l’approvazione di un apposito piano e regolamento di gestione e con l’adozione di specifiche azioni definiti in collaborazione con il Comune di Cairo Montenotte, che ha messo a disposizione nell’ambito del progetto ulteriori aree di completamento della porzione già destinata a riserva naturale.

La Provincia ha avviato significativi progetti per il miglioramento dell’area, che sono in fase di avanzata esecuzione con finanziamenti già stanziati: la copertura in tipiche “scandole” di castagno del tetto dell’antico fienile presso Cascina Miera, la realizzazione di un osservatorio per la fauna selvatica e di un ricovero per cavalli, la manutenzione della rete di sentieri escursionistici (Bormida Natura), la realizzazione di un sistema di bacheche informative e di segnaletica verticale, la costruzione di una nuova variante dell’Alta Via dei Monti Liguri che attraversa il territorio della Riserva.

In corso di attuazione vi sono, inoltre: indagini di aggiornamento dei dati naturalistico– ambientali dell’area propedeutici al piano di gestione, interventi di miglioramento degli habitat prativi, manutenzione ordinaria dei sentieri, realizzazione strumenti informativi per i visitatori e di un programma didattico di visite per le scuole con laboratori di educazione ambientale a Cascina Miera, interventi di prima messa in sicurezza di alcune vecchie cascine. L’obiettivo è quello di assicurare non solo la conservazione, la valorizzazione, la conoscenza e la fruizione dei valori naturalistici, paesaggistici e storico culturali della riserva, ma anche quello di promuovere questo sito come occasione di sviluppo delle attività sociali, ricreative ed economiche del territorio.

L’adozione del Piano di gestione dell’area, che dovrà individuare – con archi temporali della durata di quattro anni – gli obiettivi da raggiungere, gli interventi e le azioni da intraprendere, le risorse occorrenti e gli indicatori di risultato, dovrà essere finalizzato a coniugare l’esigenza di preservazione del valore naturalistico con i bisogni di sua fruizione per il tempo libero, la promozione di attività di accoglienza (rifugi, ritrovi, ecc.), la soddisfazione delle istanze di fruizione per l’escursionismo, la caccia o la raccolta.

Si pensa, quindi, a realizzare – nella logica di coniugazione e non di opposizione delle suddette esigenze – di creare un polo di eccellenza, destinato ad essere sia il fulcro delle azioni di tutela, promozione e valorizzazione dell’ambiente e della flora e della fauna nella provincia di Savona (attività di formazione e studio e punto di riferimento di ogni altra azione provinciale in questo settore), sia la base per lo sviluppo delle attività di ripopolamento e selezione faunistica della provincia di sostegno alle attività venatorie nel resto della provincia (gestito in collaborazione con le associazioni di settore), sia la sede di attività di studio, formazione o fruizione antropica rese coerenti con l’esigenza di tutela dell’ambiente.

Bisogna ricordare, infatti, che, dal punto di vista naturalistico, la Riserva vanta straordinarie peculiarità, dall’aspetto geomorfologico e vegetazionale, alla presenza di fauna e flora particolari, alla singolarità idrografica e paesaggistica. La geomorfologia della Riserva è piuttosto complessa, con prevalenza di litotipi caratteristici di ambiente marino molto profondo. Alcuni esempi sono le rocce nude o “rocche” che si elevano al di sopra delle cime degli alberi, come le celebri Rocca dell’Adelasia (698 m slm) e Bric dell’Amore (670 m slm), massi ofiolitici dai quali si ammira un vasto panorama; la ramificata rete idrografica, ricca di sorgenti, rii e vallecole, contribuisce alla formazione delle cosiddette “tane”, fenomeni carsici ipogei che si aprono nel sottosuolo anche a notevoli profondità, come la Tana degli Olmi.

La vegetazione della Riserva dell’Adelasia è prevalentemente costituita da boschi mesofili di latifoglie e da lembi di castagneto. Le specie arboree più diffuse alle quote basse sono il carpino nero (Ostrya carpinifolia), l’orniello (Fraxinus ornus) e la roverella (Quercus pubescens), che lasciano il posto, a quote maggiori, ad una varietà di querce come la rovere (Quercus petraea) il cerro (Quercus cerris) la cerrosughera (Quercus crenata). Sulla Rocca dell’Adelasia, per il particolare microclima presente, vegetano esemplari di leccio (Quercus ilex), tipica essenza mediterranea. La vegetazione dell’area è comunque caratterizzata dalle estese faggete di cui un bellissimo esempio è la secolare faggeta del Costellasso. Tra le essenze tipiche del sottobosco: l’agrifoglio (Ilex aquifolium), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), il campanellino (Leucojum vernum) e svariate orchidee.

Tra la fauna tipica di questi ambienti – oltre a quella più abituale nella fascia prativa e boschiva dell’entroterra ligure (capriolo, cinghiale, scoiattolo, lepre, volpe, faina) si annoverano alcune specie rare: tra i mammiferi, il pipistrello ferro di cavallo (Rhinolophus ferrum-equinum), tra i crostacei, il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) e, tra gli uccelli rapaci, lo sparviere (Accipiter nisus) e il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).

La gestione economica della riserva

Per quanto attiene alla pianificazione economica degli interventi di manutenzione, promozione e tutela dell’area, non può che essere fatta oggetto di grande perplessità la scansione delle somme destinate dalla Regione. Infatti, partendo dallo stanziamento del 2008 di € 675.000 (liquidati nel 2009), l’evoluzione dell’impegno economico regionale ha subito una immotivata e deprecabile involuzione a più fasi, che ha comportato la seguente situazione:

– nella prima bozza ufficiosa di proposta di legge regionale istitutiva della riserva naturale regionale (ottobre 2009) la Regione impegnava la somma di € 150.000 per spese correnti e di € 270.000 per spese in conto capitale;

– successivamente, nella legge Regionale 28 dicembre 2009 n. 65 di istituzione della riserva naturale regionale “Adelasia”, i fondi venivano rimodulati in € 25.000 per spese correnti e € 25.000 per spese in conto capitale, bilancio regionale 2009;

– infine, ed inspiegabilmente, il riparto delle spese per le aree protette regionali, bilancio regionale di previsione 2010 (bozza presentata in Regione il 13 gennaio u.s.): per la Riserva Naturale Adelasia prevede l’erogazione di contributi pari a € 0.

Risulta evidente, ancora una volta, come la vocazione “ambientalista” della Regione Liguria si traduca con l’inutile esercizio di emanazione di vincoli a pioggia, completamente avulsi dalla reale gestione/tutela delle aree protette e con la produzione altrettanto poco significativa iniziative divulgative e promozionali, visto che poco o nulla viene realmente fatto. La Provincia di Savona, preso atto di questo della decisione regionale – inequivocabilmente disattendente quanto originariamente previsto – di non investire più su questo sito, si impegna a portare comunque a compimento gli interventi di protezione/promozione/salvaguardia della riserva dell’Adelasia. Per questa ragioni ha prestato, proprio in questi giorni, nelle competenti sedi ministeriali un progetto di investimento sull’area di circa € 1.000.000.