In ricordo del centro Jeanneret, loanesi a Milano per la mostra dedicata a Andy Warhol

di Claudio Almanzi – Nel fine settimana molti loanesi e cittadini di Boissano sono andati a Milano per visitare la bella mostra dedicata ad Andy Warhol a Palazzo Reale (sta ottenendo un grande successo di critica e di pubblico e proseguirà fino al 9 marzo). “Un dovuto omaggio- dice Adalberto Guzzinati, giornalista e critico d’ arte- da parte dei loanesi per ricordare il grande artista che in molti conobbero in occasione del suo soggiorno a Boissano. Trentanove anni or sono infatti Andy Warhol, girava per le vie di Loano in compagnia dei suoi amici più fidati il ginevrino Pierre Bonnard ed il newyorchese Alain Kirili, con i quali era ospite (per una grande mostra personale estiva) del Centro Internazionale di Sperimentazioni artistiche Marie Louise Jeanneret di Boissano. Nel 2009 a Loano si è tenuta una grande mostra per raccontare, a chi non aveva avuto occasione di vivere quell’esperienza in prima persona, quello splendido periodo per il mondo artistico del ponente savonese. Già nei primi anni Settanta il Centro della famosa gallerista ginevrina, nipote di Le Corbusier era meta fissa per grandi artisti: oltre ad Andy Warhol, Mario e Marisa Merz, Pistoletto, Mathieu, Oppenheim, Otth, Keizo, Moboulese, Bonnard, Manzoni, Albertini, Spoerri, Vasarely, Mondino, Arde, Damiano, Rhol, Ruoppo, Freund e tanti altri”.

“Fu una esperienza fondamentale – ci ha detto Franco Berruti, ex sindaco di Boissano e per un certo periodo anche segretario del Centro artistico – vennero organizzate importanti collettive ed il nostro piccolo centro sembrava diventato una delle mete obbligate per i grandi artisti contemporanei. Ricordo le grandi mostre dedicate a Picasso, Mirò, Giacometti, Fontana, Wahrol, Vasarely, Spoerri, Braque e Pistoletto, con gli inviati dei più importanti giornali che si precipitavano a Boissano per raccontare questo piccolo miracolo”. Ma il sogno non è durato a lungo: un incidente e poi una grave malattia, che colpirono prima Maria Louise Jeanneret e poi la sua figlia più giovane, Gabrielle (che dopo la morte della madre ha guidato con passione ed impegno per qualche anno il centro) portarono alla chiusura del Centro di Sperimentazioni.  “Per quasi vent’anni – dice Flavio Furlani, uno dei più affermati scultori liguri contemporanei, che collaborò vari anni con la Jeanneret- il centro è stato meta di studiosi, artisti e galleristi di tutto il mondo. Vi hanno lavorato alcuni fra i più grandi artisti contemporanei e ricordo memorabili mostre su Picasso, Fontana, Wahrol, Mathieu, Vasarely, Giacometti, Braque e Pistoletto. Ed ho un caro e vivo ricordo sia di Maria Louise che dei figli Isabelle, Philippe e Gabrielle”.

A Boissano i grandi artisti contemporanei venivano su invito di uno dei più famosi galleristi al mondo, il ginevrino Simon Spierer, che aveva fondato il centro, a fine anni Sessanta, insieme a Marie Louise Jeanneret. “Quassù- conclude l’ex sindaco Francesco Cenere – si respirava un ambiente d’arte di livello internazionale e sperimentale. Dal Centro sono passati nei quasi vent’anni di apertura più di duecento artisti provenienti da tutto il mondo e Warhol è stato quello che più di tutti mise in moto i media: televisioni, radio, giornali di tutto il mondo parlando di lui fecero conoscere Loano e Boissano a tutti. A lui siamo grati ancora oggi ed è per questo che abbiamo visitato in molti la mostra milanese a lui dedicata”.

L’evento milanese presenta più di 160 opere del padre della Pop Art americana: si tratta della collezione privata di Peter Brant, che non solo ha prestato le opere, ma ha curato l’esposizione, insieme a Francesco Bonami. Al di là delle opere più famose, divenute icone del 900, molto interessanti sono i primi disegni di Warhol, gli autoritratti, la galleria di scatti dedicati ai Vip e le Ultime Cene. Brant conobbe Warhol nel 1968 e divennero subito grandi amici. Attraverso capolavori e opere altrettanto sorprendenti, ma meno conosciute, come una serie di Polaroid mai viste prima in Europa, la mostra della Collezione Brant non racconta semplicemente il Warhol star del mondo dell’arte e del mercato, ma anche il Warhol intimo, l’amico, l’uomo. “I grandi artisti – dice Francesco Bonami- possono avere periodi più o meno interessanti, ma nella loro produzione avranno sempre qualcosa che riesce a comunicare. Warhol parla dalla nostra società, oggi come allora”. Dopo aver visto le sale di palazzo Reale, Peter Brant si è detto convinto che anche Warhol sarebbe stato felice di esporre in quel luogo. Dopo Milano la mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Arthemisia Group, proseguira’ per il prestigioso museo LACMA di Los Angeles a dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto Palazzo Reale e Milano facciano oramai parte del grande circuito dell’arte moderna e contemporanea. La mostra rientra anche nella vivace kermesse culturale “Autunno Americano” di Milano che presenta anche la grande esposizione dedicata a Pollock, gli Irascibili e la Scuola di New York, anche questa ancora aperta, fino al 16 febbraio, a palazzo Reale.