Bilancio Regionali, intervista a Jan Casella (FdS): “Non finisce qui”

di Alessandro Sbarile – In un centrosinistra che continua a faticare nel savonese, uno dei risultati degni di nota è stato quello raggiunto da Jan Casella; il giovane candidato della Federazione della Sinistra è riuscito a raccogliere 664 preferenze alle regionali liguri, classificandosi secondo nella sua lista, alle spalle dell’assessore uscente all’ambiente Franco Zunino. A campagna e spoglio ultimato, Casella traccia un bilancio, politico e non solo, di questo voto.

D.: Che bilancio si sente di fare del risultato della sua lista e del suo risultato personale?

R.: A livello regionale il partito ha tenuto bene, anche a livello provinciale abbiamo ottenuto buone percentuali, dopo anni di batoste il lavoro inizia a pagare, abbiamo ottenuto ottimi risultati a Savona città ed in realtà come Laigueglia e Alassio, dove non ce lo aspettavamo.

A livello personale questo successo è stato una sorpresa, tanto più che queste preferenze si sono concentrate nel ponente, facendo campagna da Pietra ad Andora, è un risultato sbalorditivo; il massimo successo l’ho ottenuto ad Alassio, dove dopo il sindaco Melgrati, che è stato eletto, sono stato il più votato, davanti a personaggi come Miceli ma anche a tutti gli altri centrodestra, risultati confermati da realtà come quella di Moglio, dove sono andato molto bene; questo significa che lavorando bene e guadagnando la fiducia delle persone si ottengono risultati

Sono state premiate la voglia di cambiare e l’aver fatto una campagna elettorale capillare: non abbiamo fatto promesse ma siamo fermi, decisi e pratici sul da farsi; la cosa che personalmente mi ha colpito è che quanti mi hanno cercato sul social network o sul cellulare invece di chiedere qualcosa per loro, un aperitivo o altro, chiedevano di continuare così, di mantenere l’impegno e di unire persone e forze che a sinistra hanno voglia di collaborare e mettersi in gioco. Sappiamo che non finisce qui, non è una minaccia ma una speranza per i nostri elettori.

Il mio risultato non serve ad arricchire il mio orgoglio ma è l’inizio di un lungo percorso; ci faremo sentire, sia ad Albenga, dove vogliamo rappresentare a breve la vera opposizione alla nuova giunta, ma anche ad Alassio e nel ponente; dove possiamo fare la nostra parte saremo presenti, continueremo con progetti sociali, come i gruppi di acquisto solidale, l’organizzazione di corsi di lingua per stranieri, le ripetizioni gratuite, un forte intervento nel sociale per far vedere che non ci nascondiamo: siamo diversi nel fare, portiamo avanti un modello totalmente diverso, vogliamo unire e migliorare la vita di tutti.

D.: Queste elezioni amministrative sono state caratterizzate, anche nel nostro territorio, da un forte astensionismo, che idea si è fatto?

R.: Sono molto dispiaciuto dal calo del numero dei votanti perché evidenzia disinteresse e anche se vuole essere una scelta di protesta è inutile, perché così non si ottiene niente. Da parte mia so che con la mia candidatura e il mio lavoro abbiamo recuperato parecchi voti di gente che era scontenta, che non votava più o che non voleva votare: so che le persone che hanno votato per me non votano per inerzia, spesso sono giovani e fanno parte di associazioni, che non nomino perché troppo spesso ci si mette il cappello sopra.

D.: Terminata questa campagna, cosa farà da domani?

R.: Oltre a rimettermi sotto con gli studi e continuare a lavorare, abbiamo dei progetti pronti, partiremo davvero con gente nuova che ha voglia di mettersi all’opera non per le poltrone ma per migliorare la vita di tutti i cittadini con nuovo entusiasmo per ripartire, soprattutto nel ponente, dove il centrosinistra ed il Pd, che, ci tengo a sottolinearlo, non è mio avversario, è stato insufficiente ed ha grosse lacune, come ad Albenga, dove il ceto basso e popolare ha in gran parte mollato il centrosinistra; noi vogliamo tornare a fare politica per questa gente, sarà difficile, ci chiederanno dove siamo stati e non sempre ci accoglieranno a braccia aperte, ma il nostro compito è tornare fra la nostra gente: abbiamo visto come una campagna fatta con la gente paga, lo scopo non è il voto in più ma il fatto che fra qualche anno le persone stiano meglio. Spesso la politica inverte i ruoli: noi cerchiamo i voti per fare qualcosa di buono e non l’opposto.

D.: Dovesse fare un bilancio di questa esperienza, cosa direbbe?

R.: È stato bellissimo collaborare coi compagni, dai più vecchi ai ragazzi di 18-19 anni che ci hanno dato una mano. Quello che mi ha riempito di gioia è il fatto che chi mi ha dato voto lo ha fatto perché ci credeva: io di promesse non ne ho fatte, ho affrontato questa campagna passando per i paesini, parlando con gli anziani; non potevo parlare della realtà della gente senza conoscerla, conoscevo la mia ma volevo conoscerle tutte; voglio fare delle proposte concrete sulla scuola, sul turismo, sulle politiche giovanili, aprendoci a quanti vogliano darci una mano.

Questo è il senso della Federazione della Sinistra, che non vuole essere solo una riunione partiti ma che vuole aprirsi anche a gente che è tesserata ma che voglia darci fiducia per un progetto alternativo, perché oggi c’è un grosso vuoto a sinistra e non c’è una politica viva contrapposta alle destre; se continueremo con passione potremo essere noi a colmarlo, ottenendo risultati per la gente.

D.: Non è “spaventato” dal trovarsi a gestire questo capitale di fiducia e di voti, non teme di perderlo?

R.: Nessuno pensava potessi andare oltre le 300 preferenze; chi mi ha votato ci ha creduto e quando ci si crede si raggiungono grossi risultati. La sorpresa più grande è stata vedere come ha risposto Alassio, ma un’altra sorpresa sono state le oltre 400 preferenze fuori, in posti dove conoscevo poca gente: vuol dire che c’è chi, oltre a conoscermi, crede in qualcosa di diverso e lo scopo è far crescere questo sostegno e non farlo venire meno.

Non sto facendo politica per conquistare dei numeri in più ma per far sì che ci si possa riconoscere con chi vota e si possa costruire qualcosa di forte e di alternativo. Penso che se lavoreremo bene il rischio nemmeno si pone; l’importante è lavorare con onestà, che ci ha caratterizzato in campagna elettorale, se saremmo pratici e puliti potremmo solo crescere. L’obiettivo di voti è meno importante di come sta la nostra gente, anche se sono importantissimi: questo entusiasmo è frutto della fiducia ricevuta.