Pd Albenga, intervista al segretario Lucarelli: “bisogna parlare di più con la gente”

di Fabrizio Pinna – Partito Democratico in sofferenza ad Albenga dopo la perdita del Comune e i risultati opachi usciti alle urne in occasione delle regionali. Al primo Consiglio Comunale sui banchi della minoranza il Pd si è presentato mercoledì come un’opposizione dura, che non farà “sconti”. Rimane comunque ancora aperto il confronto interno sulle ragioni della sconfitta e sulle difficoltà attraversate dal partito, anche in vista di un importante appuntamento che nelle prossime settimane vedrà decidersi la nuova segreteria provinciale del Pd. In chiaroscuro il punto nell’intervista al coordinatore ingauno del Pd Renato Lucarelli.

D.: Dopo il voto, non sono mancate nel vostro partito animate discussioni sulle ragioni della sconfitta e sullo stato di salute del Partito Democratico ad Albenga. A quali conclusioni siete arrivati?

R.: L’analisi del voto è ancora certamente da approfondire, nel senso che abbiamo iniziato a discuterne molto però sicuramente non abbiamo ancora veramente individuato tutti i punti su cui abbiamo perso, su cui il Pd ha avuto un arretramento e quali possano essere nei dettagli i prossimi programmi sui quali sicuramente dovremo puntare.

Certo è che su questa vicenda abbiamo sofferto, è inutile nasconderlo: pensavamo di uscire dalle urne sicuramente meglio. Vedo anche sicuramente un recupero sul piano locale rispetto al piano regionale; noi facciamo un’analisi che va sia da quello che esprime Albenga a livello nazionale, regionale e provinciale e man mano abbiamo visto con le elezioni sempre scendere questo dato. Sicuramente ci sarà tanto da lavorare e bisognerà riuscire a capire le varie anime e le varie zone su cui abbiamo perso consensi.

Io dico da sempre che probabilmente ci siamo spostati molto bene in una zona più di centro, nel senso che noi abbiamo ora un elettorato anche molto nuovo, la società civile che ha voglia di fare; lo dimostra anche la lista civica è Albenga che comunque ha fatto un’ottima campagna elettorale e con cui abbiamo ottimi rapporti. Continuiamo a vederci in sezione con tutti i gruppi che hanno sostenuto Antonello Tabbò e nelle ‘assemblee plenarie’ – anche nell’ultima fatta la scorsa settimana – la partecipazione è molto ampia, segno positivo.

D’altra parte abbiamo perso dei consensi che probabilmente sono sempre stati nostri, come quelli della ‘classe operaia’; poi hanno evidentemente funzionato certe strumentalizzazioni che ha portato avanti il centro destra, sia sull’immigrazione sia sulle ‘caratterizzazioni etniche’ come nel caso della ‘sicilianità’. Sono cose che secondo me hanno pesato; è nata la polemica in questi giorni sul nostro ex compagno Nino Messina e quindi si vede che effettivamente ha fatto breccia anche in alcuni compagni che sono sempre stati, diciamo, dei nostri.

D.: La sinistra rimasta più direttamente legata alla tradizione socialista e comunista ad Albenga è praticamente scomparsa, con un elettorato disperso e ridotto a poche centinaia di voti. Allo stesso tempo, in questa direzione il Pd non è però evidentemente diventato un nuovo punto di riferimento. Secondo lei da dove nascono le difficoltà del Partito Democratico di farsi “interlocutore politico” di quelli che erano – semplificando un po’ – gli ‘strati sociali’ che una volta la sinistra privilegiava, le classi sociali più svantaggiate e di estrazione operaia in senso lato che invece ora si orientano, e non solo a livello locale, sempre più verso partiti come la Lega Nord sentiti come più “presenti e vicini”?

R.: Certo, questo è un dato nazionale; io innanzitutto vedo come abbastanza preoccupante questa avanzata del centro destra che comunque sta agevolando anche questo processo, questa avanzata che in Liguria da Ponente sta procedendo verso Levante in tutti i Comuni. Albenga dopo tanti anni di governo di centro sinistra – tralasciando i due anni e mezzo della Giunta Zunino – ha voluto fare un cambiamento, ma sicuramente quello che vedo è che noi facciamo una politica in cui facciamo moltissime riunioni e cerchiamo veramente di spulciare sia le normative, sia i bilanci, sia le situazioni delle varie tematiche socioeconomiche di Albenga in maniera molto puntuale e meticolosa per cercare di dare una soluzione ai problemi. Per questo però forse tante volte perdiamo di vista la questione di parlare più direttamente con la gente; ed è però vero che bisogna parlare di più con la gente.

Ma questa nostra carenza non nasce da ‘arroganza’; la politica a livello locale si fa innanzitutto con passione e spirito di dedizione, togliendo il tempo al lavoro professionale ed altro; facendo davvero tantissime riunioni per lavorare sui problemi concreti, purtroppo probabilmente abbiamo sacrificato molto di quel mordente che avevamo prima, di bussare ed entrare nelle case delle famiglie per parlare di politica e far conoscere le nostre idee e proposte, ascoltare i problemi. Era questo uno dei punti di forza di Angioletto Viveri. Dobbiamo riuscire a ritornare a parlare con la gente e per questo abbiamo iniziato a fare le prime iniziative e stiamo pensando anche di spostare la sede del Partito o di aprire un point nella vecchia sede, o comunque al pian terreno in modo da essere più visibili da far sì che sia un po’ la casa di tutti, dove venire veramente a confrontarsi. E poi dobbiamo investire sempre sulle nuove persone, su tutte le persone che comunque hanno voglia comunque di dare un contributo, un’idea anche su una singola tematica. Probabilmente queste saranno le prime cose da farsi.

D.: Con il Ponente ormai in orbita del centro destra, si apre ora per il Pd, ormai rimasto sempre più arroccato nel savonese, la questione della prossima elezione del nuovo segretario provinciale. Tra i nomi che girano già da tempo con insistenza c’è anche quello dell’ex vicesindaco di Albenga Franco Vazio. Al di là delle molte aperture possibiliste di questi ultimi giorni espresse da esponenti del suo partito, le elezioni a Savona e in Valbormida l’anno prossimo, la perdita del comune di Albenga e il dato debole ottenuto alle regionali dal Pd ingauno (18,71 %) sono certo oggettivamente degli ostacoli non indifferenti. E sembra in fondo quasi un circolo vizioso: non ritiene invece il fatto che la seconda città della provincia possa esprimere un coordinatore provinciale sia proprio una carta possibile da giocare per iniziare a recuperare terreno nel Ponente?

R.: Io posso dire questo: fare una campagna politica come abbiamo fatto noi che vedeva numerosi candidati del centro destra regionali [di peso] provenienti direttamente da Albenga o comunque dal comprensorio è stato difficilissimo. Noi avevamo Angelo Barbero sul territorio comunale, il vicesindaco di Villanova Balestra e il sindaco di Alassio Melgrati al confine: avendo il centro destra tante possibilità di esprimere un candidato – e quindi di far forza su questi candidati direttamente nel Comune di Albenga – diventa chiaramente difficile la campagna elettorale a prescindere dal valore che riconosco ai candidati eletti nel Pd, di altissimo livello.

Ma bisogna anche porsi il problema che Albenga ha una necessità, cioè quella di indicare almeno un candidato del Partito Democratico che vada a fare la campagna per le regionali e che permetta di far venire anche diverse persone a fare la campagna elettorale. Lo scenario è quello di una campagna elettorale in cui noi non riusciamo neanche ad esprimere un candidato regionale e gli altri riescono a far venire un ministro ad Albenga a presentare il sindaco: le forze sono quelle che sono, con tutta la buona volontà che ci possiamo mettere. Questo è un problema che deve essere risolto sicuramente e abbiamo questa necessità; quindi, certamente evidenziare un segretario provinciale in una persona di Albenga è la strada sicuramente da seguire.