Münchhausen diritto alla bugia: anteprima nazionale ad Alassio

Venerdì 14 maggio, ad Alassio, nell’Ex Chiesa Anglicana, a partire dalle 10.00, si svolgerà l’ultima replica dello spettacolo “Münchhausen diritto alla bugia!”, rappresentazione rivolta agli alunni delle scuole elementari e medie. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Alassio in collaborazione con l’Associazione Compagnia dei Curiosi, nell’ambito del circuito La Riviera dei Teatri – Provincia di Savona, chiude la terza edizione della rassegna di teatro per bambini “La Bottega del racconto”.

Il progetto “Münchhausen diritto alla bugia!”, curato dalla Fondazione Aida, propone anche una mostra con settanta illustrazioni dell’archivio Bassotto–Rigon tratte dalle oltre cento edizioni pubblicate dall’ottocento ai giorni nostri e il catalogo edito da Fondazione Aida con la collaborazione del giornalista e scrittore per l’infanzia Walter Fochesato e del Goethe Institute. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 16 maggio, con ingresso libero, dalle 16 alle 18 (catalogo a disposizione del pubblico).

Donarsi alla fantasia come mezzo precipuo della salvezza. Capire la differenza tra bugia e menzogna come momento di crescita e di maturazione d’ogni individuo. Questo è il file rouge dell’opera del Barone di Münchhausen, un ricettacolo comico di fandonie e stramberie nate dall’immaginazione di questa poliedrica figura della letteratura settecentesca che è al centro del progetto “Münchhausen diritto alla bugia!”.

Le avventure del Barone di Münchhausen sono di quelle che rimangono nell’immaginario infantile. I viaggi sulla luna, l’incontro con la Sfinge, la caccia alle belve inusitate o dalle inusitate consuetudini, lo scontro con intere guarnigioni di eserciti volando su palle di cannone, rappresentano straordinarie occasioni di produzione fantastica, di immedesimazione di un eroe senza macchia e senza paura che affronta ogni paradossale situazione con forza e una calma invincibili.

Nello spettacolo è rappresentato un Barone spoglio di ogni sovrastruttura, di ogni rilettura. In quale luogo oggi potrebbe riproporsi nuovamente vivo e fantastico, dove la sua finzione potrebbe diventare realtà? In un luogo magico, un teatro abbandonato, dove due barboni, due poveri diavoli che stanno ai margini della società, si rifugiano in una gelida notte invernale. Per coprirsi dal freddo pungente i due indossano delle giacche di scena, delle vecchie gualdrappe che prendono vita iniziando ad animarsi e ad animare il loro vecchio cuore indurito da un’esistenza difficile.

Vengono così evocate imprese fantastiche, lotte con vecchi tendaggi che si trasformano in belve inusitate: il Barone rivive per una notte affrontando battaglie con quinte e fondali di scena, trasformando carrucole in veicoli per volare sulla luna, sotto gli occhi sbalorditi e affascinati di un giovane apprendista barbone, anch’egli risciacquato nel ruolo di apprendista stregone, di involontario Sancho Pancha che assiste e ammira lo scatenarsi di una furia teatrale irresistibile.

Insomma, la magia di un Barone condottiero dei sogni torna a vivere proprio nel luogo dove i sogni ogni sera si infrangono e riecheggiano sull’assito, uno dei pochissimi luoghi dove la fantasia, dai tempi lontani del secolo che trasformò il mondo, può tornare ogni sera a rinnovare e imbellettare la propria antica faccia.