Ad Alassio omaggio ad Alberto Burri: domenica l'inaugurazione della mostra

Domenica 27 giugno, ad Alassio, sarà inaugurata, alle ore 21,15, nell’ex Chiesa Anglicana (via Adelasia, dietro stazione ferroviaria) la mostra personale di Alberto Burri (1915-1995), alla presenza di Antonio Sapone (storico gallerista, amico fraterno di Burri nonché consigliere della Fondazione Burri di Città di Castello). Seguirà un concerto a lui dedicato dell’Ensemble Prospettive Contemporanee.

La mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Alassio e curata da Nicola Davide Angerame presenta due serie complete di importanti lavori, i Multiplex del 1981 e i Cellotex del 1992 più Rosso Alfa del 1982, realizzati con l’intervento manuale dell’artista su ciascuna opera.

Il lavoro grafico di Alberto Burri è importante quanto quello pittorico poiché Burri è uno dei pochi artisti a sperimentare assiduamente tecniche e soluzioni che poi hanno proficue ricadute sull’opera pittorica. Le tecniche grafiche vengono sovvertite, reinventate e ripensate per essere un banco di prova per nuove pratiche artistiche. Molte mostre sono state dedicate in Italia e all’estero alle sue serie e ad Alassio sono esposti quei Cellotex che fanno parte del corpus di una importante donazione fatta nel 1994 dall’artista agli Uffizi di Firenze, in occasione di una sua personale nel museo può importante del mondo un anno prima della sua scomparsa avvenuta il 13 febbraio 1995.

“La mostra di Alberto Burri – spiega Monica Zioni, Assessore alla Cultura e al Turismo di Alassio – si pone come un evento culturale di punta nella programmazione di mostre in Liguria e porta ad Alassio un maestro assoluto dell’arte italiana del Novecento, un artista acclamato nel mondo per avere aperto nuove strade espressive nel mondo dell’arte e per avere interpretato la più alta tradizione dell’arte italiana secondo i dettami moderni dell’avanguardia, giungendo a risultati di altissimo profilo estetico. Apprezzato per la capacità di trattare la materia più povera (dai sacchi di juta, alla plastica al cellotex, ecc.) con un gusto compositivo ed una raffinatezza senza eguali, Alberto Burri viene oggi considerato nel mondo come uno dei più importanti artisti del secondo dopoguerra, esposto nei musei più prestigiosi: dal Guggenheim di New York alla XXX Biennale di Venezia, che nel 1960, gli dedica una mostra personale, Burri ha vissuto mezzo secolo di intensa produzione sfociata in una Fondazione che ne conserva le opere, la memoria e l’archivio”.

“Se si esclude la personale alla Galleria Polena di Genova nel 1989 – spiega il critico Nicola Davide Angerame – la Liguria non ha mai ospitato una mostra personale di Alberto Burri, il che rende ancora più prezioso questo evento, che racconta il lavoro degli anni ottanta segnato dalla scoperta del Cellotex materiale edile fatto di colla e segatura e utilizzato per la coibentazione. Per Burri è come scoprire un nuovo paesaggio da cui attingere per creare serie di lavori che spaziano dalla grafica all’opera unica senza soluzione di continuità. La prima mostra Burri la realizza a Roma nel 1947 alla Galleria La Margherita, dopo essere rimpatriato dal campo di prigionia texano, dove il giovane laureato in medicina scopre nei materiali di scarto del campo la possibilità inedita di fare arte a partire da sacchi rotti, plastiche abbandonate, polvere e vento. Ma già nel 1957 realizza la prima opera grafica, una Muffa realizzata usando la tecnica dell’acquaforte e della litografia. La sperimentazione diventa il suo punto cardinale. Combustioni, Variazioni, e perfino i celebri Cretti, finiscono in serie grafiche di altissimo pregio, fattura e originalità. Burri le lavora una ad una, personalmente. “I lavori multipli di Burri – scrive il cirtico Hapkemeyer a proposito dei Multiplex – non sono riproduzioni di una singola opera, bensì originali che, fin dal principio e per la loro stessa natura, sono volti alla riproduzione”.

I Multiplex rappresentano uno dei più alti livelli raggiunti in questo ambito da Burri e rappresentano una vera sfida al mezzo, con opere tutte lavorate dall’artista, di propria mano, e tutte attentamente studiate. La grafica di Burri ha la particolarità di essere un banco di prova e un momento creativo di enorme importanza, fino ad essere addirittura la scaturigine di tutta la sua opera. L’obiettivo di questa mostra è quello di mettere in luce questo aspetto per molti versi ancora poco noto all’interno di un corpus di opere ormai divenute icone della nostra arte, al pari dei “tagli” di Fontana o delle Marylin di Andy Warhol.

Le sei serigrafie dei Cellotex, giunte dieci anni dopo i Multiplex, raccontano di un periodo creativo caratterizzato dalla semplificazione della forma e dalla purezza del colore. Burri scopre il nuovo realizzato con segatura e colle, che viene usato in edilizia per la coibentazione dei tetti. Lo sfrutta così come supporto su cui intervenire con colori monocromatici a formare campiture lucide e opache o scorticando la superficie mettendone a nudo la fibra sottostante. Le tele e i multipli di questa serie, raggiungono una semplificazione estrema.

Rosso Alfa invece è un unicum che rappresenta un esempio emblematico di come Burri affronti con rigore e diligenza l’interpolazione di forme e colori, ritmi ed emozioni geometriche. L’arte astratta si fa qui concreta nei materiali, nelle forme tangibili e materiche, ma anche molto più evanescenti che nelle opere uniche dove la materia viene fuori con più veemenza. Come fa notare Chiara Sarteanesi, direttrice della Fondazione Burri, “Come tutta la produzione grafica di Burri, anche i Multiplex, sono paralleli all’opera unica, nel caso specifico i Cellotex”.

La mostra propone un decennio di elaborazione grafica da parte di Burri su questo materiale che diventa per lui una fonte di ispirazione potente che copre un periodo felice, confermato anche dalle mostre al Guggenheim di New York e il secondo invito alla Biennale id Venezia del 1984. La mostra resterà aperta fino al 1 agosto 2010, con ingresso libero, catalogo in galleria e orari di apertura: da giovedì a domenica: ore 17,30 – 19,30 e 21 – 23.