Albenga, pulizia del Centro storico: le precisazioni del presidente di EcoAlbenga Pietro Parodi

Il presidente di EcoAlbenga interviene in merito a quanto segnalato nell’articolo “Albenga: trionfalismi sulla pulizia della città di Pietro Parodi e Lugani”.

di Pietro Parodi – Chiamato in causa mi sento obbligato ad intervenire.

Guardando le foto mi viene da pensare:

  • a qualcuno/a saranno cadute delle uova e, non avendo altro per ripulire ha usato dei fazzolettini di carta (ma la persona poteva benissimo raccogliere poi il tutto e gettarlo nel primo cestino);
  • un cestino ripieno di spazzatura e probabilmente divelto apposta, oltretutto i cestini non sono fatti per metterci dentro la “spazzatura” domestica ma solo quella che si crea durante il normale passeggio;
  • i cartoni probabilmente sono stati fotografati subito prima del quotidiano passaggio e ritiro degli ingombranti per le attività commerciali;
  • le bottiglie lasciate per terra (guarda caso proprio con la stessa etichetta) sono sintomo di cattiva educazione civica e non tanto di inadeguato servizio di pulizia della città.

Ieri mi sono fatto 45 km in giro per la città di Albenga, passando dal centro storico sino alla zona mare per poi passare da Pontelungo, Vadino, San Fedele Lusignano, Bastia e Leca, ho tralasciato Salea e Campochiesa che passerò oggi a controllare, non mi è assolutamente sembrato che la città fosse poi così sporca, anzi in più occasioni ho potuto constatare che la pulizia fosse un passo più avanti rispetto a qualche periodo fa. Cosa invece differente è constatare che molti cittadini si comportano in modo totalmente indifferente se non addirittura incivile per quanto riguarda la raccolta differenziata e il buon uso dei cassonetti (plastica nella carta, carta nel vetro, vetro nella plastica, spazzatura indiferenziata in ogni dove).

Sinceramente le foto viste in questo articolo le trovo un po (magari poi mi posso sbagliare ma….) diciamo fatte ad ok, visto il precedente articolo dove elencavo le iniziative e le attività svolte dal nuovo Cda in questo inizio di mandato.

Ora sono le 10,50 di giovedi 15 luglio, ho appena fatto un sopralluogo nel centro storico (sopratutto nella zona a levante del palazzo comunale) sinceramente ho trovato la situazione in buono stato, anche in quelle zone che in passato, spesso, un po dimenticate (vedi via Torlaro, vico Rossi, vico Scotto, vico Porta Torlaro etc..), ho anche individuato il cestino pubblicato qui a corredo dell’articolo, ho potuto constatare che è proprio una situazione di scarsa civiltà urbana, in quanto si tratta di qualcuno anzi più di una persona che regolarmente (questo riscontrato da mia indagine fatta su abitanti della zone, se è il caso posso portarle le testimonianze) ha la cattiva abitudine di sbloccare il cestino per infilarci la propria immondizia (indiferenziata) e quando questo è pieno lascia i sacchetti o sopra o per terra. Cercherò di fare in modo che la o le persone in questione possano essere individuate e sanzionate.

Proporrei alla “giornalista” Caridi, magari di provare anch’essa ad usare metodi un po’ più puntuali nel comune utilizzo delle regole, cioè magari di non fumare più liberamente nei corridoi all’interno del palazzo comunale che dovrebbe ben sapere essere vietato per legge (andando a gettare poi la cenere e i mozzinoni liberamente sul pavimento, ma forse qualche mese fa le era erroneamente concesso, credo che sarebbe il caso di evitarlo).

* Pietro Parodi – Presidente Ecoalbenga

1 Commento

  1. Tranquillizzo “l’Editore”, l’educazione ed il rispetto per tutti sempre al primo posto… ma il denominatore comune dei pezzi e degli articoli proposti è sempre lo stesso, critiche sperticate ad ogni piè sospinto, dalla nettezza urbana allo ztl sul lungomare passando per il dramma del nostro concittadino del chiosco di piazza petrarca… L’antefatto del mancato rinnovo della collaborazione con la nuova amministrazione citato nei post precedenti sul tema è la triste chiave di lettura della vicenda con buona pace della libertà di stampa che oggi tutti cerchiamo di difendere?

    @ Uno di Albenga [e a tutti i Lettori sullo stesso argomento]: Il dubbio è naturalmente legittimo; a suo tempo – mesi fa – sul Corsara ci fu un putiferio, come molti lettori probabilmente ricorderanno. Ma trovo sbagliato e scorretto che invece di entrare nel merito degli articoli e del loro contenuto si tiri fuori ogni volta questa storia, come trovo sia sempre assolutamente deprecabile l’abuso dell’argomento ad hominem (qui su wikipedia la sommaria definizione per chi non ricorda cosa sia).
    Se altri giornalisti non si fossero occupati delle criticità della ZTL, di lamentele di cittadini sulla pulizia, del recente caso drammatico del nostro concittadino e di altre cose che volendo si potrebbero citare, sulla “chiave di lettura” se ne potrebbe magari discutere. Ma dal momento che anche altri giornali online e cartacei hanno dato conto di questi episodi, delle polemiche etc., a meno di non ipotizzare una così forte empatia tra colleghi da trasformarsi in identificazione, non vedo proprio come questa “chiave di lettura” riduttiva, per non dire altro, da alcuni abusata spesso nei confronti di Mary Caridi e allargata persino al giornale in maniera cialtronesca e offensivamente inaccettabile, possa reggere alla realtà. Del resto, non vedo infuocate reazioni quando Mary Caridi periodicamente intervista gli amministratori per dare modo loro di far conoscere meglio ai lettori cosa stanno facendo etc. etc.
    Lei richiama la libertà di stampa. Appunto. E dei giornalisti, aggiungo. Se ha la pazienza di leggere, tutto va rimesso però nel giusto contesto generale.
    So che nei giornali online – rispetto ai cartacei – la cosa per i lettori possa risultare a volte un po’ più evanescente e di conseguenza spesso sfugge ad alcuni la lettura complessiva dell’informazione nella sua reale articolazione, giocoforza in linea con la progettualità editoriale e giornalistica che una qualsiasi testata ha. Un progetto e un giornale possono piacere o meno; il giudizio è da sempre lasciato ai lettori che ne decretano il successo o il fallimento ma che tuttavia non possono pretendere che sia quello che non è né vuole essere.
    E il Corsara non è, non vuole essere né certo sarà mai il trionfalistico bollettino delle varie amministrazioni comunali, e questo indipendentemente dal loro – peraltro sempre transitorio – colore politico. Parafrasando una celebre polemica di Vittorini, questo giornale non è nato per suonare il piffero a nessuno e non contempla il riconoscimento di particolari diritti sacrali e di inviolabilità alle critiche per gli amministratori di turno. Ciò vale anche per Albenga.
    Se si vuole una informazione (?) che faccia tabula rasa delle voci di dissenso, che rassicuri che tutto procede sempre e comunque per il meglio, che non ci sono mai problemi o frizioni e tutto fila via liscio in maniera meravigliosa, è sufficiente abbonarsi agli uffici stampa comunali e dei partiti preferiti, dove esistono. Sono fatti per foraggiare giornali e giornalisti, ma chissà che qualche Comune non accetti anche singoli cittadini; più facile dicano sì, quando si profilano all’orizzonte le elezioni…
    Come giornale indipendente, come fin dall’inizio espressamente dichiarato, è invece del tutto ovvio che il Corsara non si limiti a registrare le comunicazioni delle amministrazioni (delle quali si dà naturalmente conto, quando di interesse per i cittadini, chiudendo persino a volte un occhio – per Albenga – su qualche iperbole di propaganda per le quali non mi pare si sia però mai lamentato…), ospiti anche voci dissonanti quando hanno qualcosa da dire così come articoli a volte critici e pungenti, altre provocatori o problematici, dando spazio e parola ai mugugni della gente o puntando lo sguardo su casi che ovviamente qualsiasi amministratore preferirebbe non avessero alcuna risonanza. Può piacere o meno, ma giornali e giornalisti servono anche a dar voce a tutto questo.
    Il fatto che spesso sia Mary Caridi, per quanto riguarda Albenga, a scrivere questo genere di pezzi o ad affrontare questi “coni d’ombra” è semplicemente dovuto al fatto che è lei in questo momento a seguire con maggiore attenzione per il giornale la realtà ingauna. Essendo articoli “critici” il loro “denominatore comune” – come dice Lei – è di essere… critici. Alcuni suoi articoli hanno incrinato a volte qualche edulcorato quadretto idilliaco di Albenga? È possibile. Ma se ci sono dei problemi e delle lamentele, un giornalista che si tappa occhi e orecchie per fare finta che non esistano e non dover poi aprir bocca, fa bene il suo mestiere secondo lei? Ci sarebbe altro da dire, ma il discorso diverrebbe davvero troppo lungo. Saluti e cordialità. Fabrizio Pinna – L’Editore / Direttivo Corsara

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