Verso le regionali 2010: alla sinistra estrema, movimenti per la formazione di una lista di alternativa

di Fabrizio Pinna – “Costruire alle prossime Regionali, liste anticapitaliste e ecologiste attorno a tre caratteristiche: alternativa al centrodestra ma anche al centrosinistra; rinnovamento del personale politico e dei simboli; apertura reale ai movimento e ai conflitti sociali. O con il Pd o con le ragioni di un’alternativa possibile per quanto tutta da costruire”. Questo la sorta di ultimatum-proposta lanciato ai partiti della sinistra estrema dai portavoce nazionali di Sinistra Critica Flavia D’Angeli e Piero Maestri.

Tutto in nero il giudizio sul PD di Sinistra Critica, la quale non vede alcuna possibilità di alleanze di governo con il Partito Democratico nemmeno a livello regionale, accusandolo anzi di aver lasciato solo “un’eredità negativa”. “Il caso della Puglia o del Lazio, nella loro opacità e tatticismo, sono emblematici – sostengono i portavoce del movimento –, così come il bilancio di governo di tante altre regioni, come la Campania, la Calabria, il Piemonte, la Toscana, l’Emilia, la Liguria, l’Umbria, in cui, con politiche antipopolari e antiecologiche, si è contribuito a spianare la strada alla destra”.

Dunque, rilanciano D’Angeli e Maestri, creare una proposta di alternativa che combatta sui due fronti. “Siamo disposti a partecipare alla costruzione di queste liste – riassumono gli esponenti di Sinistra Critica – con chiunque si renda disponibile e pensiamo che nell’attuale crisi italiana, l’esplicitazione di un punto di vista alternativo, di classe, ecologista, femminista, antirazzista possa costituire un contributo vitale a una nuova prospettiva. Sta a tutte le altre forze della sinistra implicate in questa dinamica dire da che parte stare”.

Nella galassia dei piccoli e micro partiti di area comunista, dove le scissioni sembrano sempre essere all’ordine del giorno, un nuovo tentativo di invertire la rotta del quale è decisamente impossibile predirne sia l’esito – anche se tutti i precedenti giocano contro – sia l’effettivo peso politico che potrebbe assumere nel panorama generale della contesa elettorale, data l’esclusione sostanzialmente a priori di PdCI e PRC. In Liguria, una delle regioni messe sotto accusa da Sinistra Critica e che andrà al voto, un primo segnale di apertura è comunque già arrivato; non dal PCL, come forse era più facile attendersi, ma dai Comunisti – Sinistra Popolare (CSP), movimento nato nel luglio 2009 da una scissione dal Partito dei Comunisti Italiani. Se infatti oggi Marco Rizzo nel suo blog – nonostante il partito abbia già scelto di non presentare il proprio simbolo alle regionali – ha aperto alla possibilità di liste plurali di alternativa al PD, riferendosi in particolare al caso Lazio in cui la possibile “candidatura di Emma Bonino, ‘madonna’ delle politiche ultraliberiste ed antipopolari” viene etichettata come pericolosa continuazione del “massacro sociale della nostra gente”, in Liguria Coordinamento Regionale Comunisti – Sinistra Popolare tende la mano alla “proposta dei compagni di ‘Sinistra Critica’ e dichiara la propria disponibilità ad appoggiare una lista comunista ed anticapitalista di alternativa alle prossime elezioni regionali”, abbozzando una sua prima analisi e piattaforma di confronto.

“Tale lista – si legge in un comunicato del Coordinamento Regionale ligure  CSP – dovrebbe comprendere partiti ed associazioni della sinistra politica e sindacale che non si riconoscono più nell’alleanza di centro-sinistra dopo i fallimenti di quest’ultima e la sua sempre più accentuata deriva moderata e centrista. In Italia c’è oggi la necessità di costruire un’alternativa credibile al centrodestra ed al berlusconismo. Il PD, che da tempo non rappresenta più questa esigenza, si caratterizza per una opposizione morbida o addirittura finta e sempre più spesso è oggettivamente colluso con il centrodestra. Emblematica è in questo senso la disponibilità al dialogo con la destra su: riforme costituzionali (leggi attacco alla costituzione); ripristino del “Lodo Alfano’ (leggi impunità per la casta politica); attacco ai diritti dei lavoratori con la proposta di legge di un esponente della destra, il Ministro Brunetta, condivisa dall’esponete del PD, On. Ichino”.

Non certo meno netto il giudizio negativo del CSP ligure sulle forze di sinistra, compresi quelli che polemicamente definisce i “gruppi dirigenti ‘finti comunisti’ di PdCI e PRC”: “negli anni di governo del centro-sinistra nulla si è fatto per abolire il precariato (vera e propria tragedia per le giovani generazioni), migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e dei pensionati (gli stipendi, i salari e le pensioni nel nostro paese sono tra i più bassi dell’Europa occidentale), risolvere il conflitto di interessi e combattere la corruzione nella pubblica amministrazione e tra i politici”. “Appare sempre più vergognoso – rincara la dose sferzante il CSP – il perseguire ad ogni costo l’alleanza con il PD (e in alcuni casi addirittura con l’UDC!) da parte dei gruppi dirigenti ‘finti comunisti’ di PdCI e PRC al solo scopo di mantenere qualche poltrona e privilegio personale di casta per il ceto politico di questi partiti. A questo proposito è significativa e disdicevole la deroga concessa per il terzo mandato ad alcuni consiglieri ed assessori del PRC”.

“Oggi più che mai, per dare una speranza di reale cambiamento, occorre essere alternativi al ‘centrodestra’ e al ‘centrosinistra'”, conclude il Coordinamento Regionale Ligure Comunisti-Sinistra Popolare.