Enpa: "frequentare il mare senza uccidere nessun animale"

Potrebbe costare molto cara la cattura della spigola di 10 chili per i due pescatori dilettanti finalesi, immortalati con il povero animale sui giornali locali.

Secondo la Protezione Animali savonese l’attrezzo utilizzato, una “piccola rete” da un’imbarcazione, è permesso soltanto ai pescatori professionisti e si configura quindi come una violazione alle pur permissive norme sulla pesca cosiddetta sportiva. L’ENPA spera quindi in un deciso intervento degli organi di vigilanza.

A parte l’aspetto penale della vicenda, è stata perduta una grande occasione per restituire alla natura un “patriarca” del mare. Animali di grandi dimensioni e di età avanzata rappresentano un successo evolutivo per ogni specie e, a tutela della biodiversità, sarebbe utile lasciarli liberi, in modo che possano continuare a trasferire i propri “geni” eccezionali ad un numero più grande possibile di discendenti. E ciò diventa essenziale in un momento in cui in cui tre specie marine su quattro sono in netto calo e molte di quelle un tempo più “comuni” sono in estinzione ed è necessario convincere tutti che occorre mangiare meno pesce e cominciare a frequentare il mare senza uccidere nessun animale.

L’ENPA chiede da tempo che per gli animali marini “fenomeno”, invece di finire come tristi trofei sulle pagine dei giornali, venga posto l’obbligo di immediata liberazione, magari dopo averli fotografi; e che si stabilisca un limite di pesca, assieme al divieto per le taglie minime, anche per le dimensioni massime.