Fabio Ragusa presenta il libro Trascendenze

di Claudio Almanzi – È stato presentato nei giorni scorsi ad Albenga il volume di liriche dal titolo: “Trascendenze” del poeta trentanovenne Fabio Ragusa. “Una raccolta di poesie- dice il critico e giornalista Adalberto Guzzinati- composte da un seminarista è già un fatto che ci sorprende. Ma ancor più ci ha meravigliato la forza e la dolcezza delle sue liriche che sembrano già avviare questo giovane autore alla bella tradizione poetica dei grandi autori liguri della nostra diocesi, ma con la tonaca. E mi riferisco ad illustri poeti suoi predecessori come Giovanni Battista Gandolfo (che è stato anche rettore del Seminario ingauno, dove vive attualmente Fabio) e Giovanni Abbo”. Il volume (106 pagine, edito da Aletti, in libreria al costo di 14 euro) contiene una sessantina di poesie rivolte ad una elevata tensione spirituale, tanto che a scriverne la presentazione è stato lo stesso vescovo della diocesi di Albenga- Imperia, Mario Oliveri: “L’Introduzione alla raccolta, opportunamente scritta dall‘autore delle Poesie, è di grande aiuto alla lettura di esse – dice il vescovo Oliveri – ed avverte che il loro contenuto non è, almeno subito o immediatamente, di facile comprensione. L’Introduzione dell‘autore renderebbe, pertanto, superflua questa Prefazione o Presentazione. Ma qualcosa mi è pur caro dire, e spero non sia del tutto inutile. È vero che tutta la Poesia contiene sempre qualcosa di arcano e di quasi indecifrabile, ma ancor più quella che esprime, in tutto il suo insieme e sebbene non in ogni suo fraseggio, un chiaro riferimento al Trascendente, e dunque al Divino. Lo scoprimento di questo senso in tutte le cose è proprio il tessuto di tutte le poesie di Fabio Ragusa, ed è innegabile che esso può essere percepito anche da un lettore non iniziato alla comprensione del linguaggio poetico e tra questi lettori posso collocarmi anch’io”.

Una raccolta insomma che a detta dello stesso autore “ vuole svincolarsi dal sensibile, per salire verso qualcosa che sta oltre”. Un’altra peculiarità è l’assenza di titoli: “La mancanza dei titoli- conclude lo stesso Fabio Ragusa- indica che l’eventuale incomprensione del senso d‘un testo potrà essere chiarita durante la seguente lettura d’un altro testo e così via. Perciò ogni singolo testo se pur definito permane nell’unitarietà dell’opera”.