Albenga: nel centro storico spettacolo indecente. Fili elettrici a vista, un rischio per i cittadini

di Mary Caridi – E’ sufficiente alzare gli occhi e osservare le facciate delle case per accorgersi dello stato indecente in cui versa la parte antica della città. Da palazzo comunale, a piazzetta delle Erbe, piazzetta Rossi, sino alla facciata della Chiesa di piazza 4 novembre, è tutto un groviglio di fili elettrici, prese della corrente a vista, metri di ghirigori grigi che avvolgono le facciate come una ragnatela pericolosa. Enel o amministrazione comunale, chi deve mettere un po’ di ordine e procedere per “nascondere” i fili della corrente? La denuncia arriva da un addetto ai lavori, Gianni Mesiano, che per professione fa l’elettricista. ” Ho segnalato questo sconcio, ma al momento sia Enel che Comune si palleggiano le responsabilità. Voglio solo avvertire del pericolo e dei rischi, perchè se qualche gruppo si staccasse, avremmo i fili della corrente esposti e con immaginabili conseguenze”. A parte la mortificazione del piano estetico, già privo di un avviato piano del colore, vedere i fili sui muri dà la sensazione di un incuria e di una sottovalutazione del fattore rischio. Come nei bassi di Napoli o di altre città vecchie del sud, Albenga pare essersi dimenticata del decoro delle sue facciate, senza contare che le più elementari norme di sicurezza non sono rispettate.

(foto Gianni Mesiano)

3 Commenti

  1. l’attenzione cade su fili penzolanti e pericolosi segnalati da un elettricista. chiaro che saranno anni che è così e nessuno pare abbia scritto che sia colpa della nuova amministrazione. però se la segnalazione dice che l’incolumità dei cittadini è a rischio chi deve provvedere è la guarnieri. o si aspetta come sempre la tragedia?

  2. beh se l’attenzione dei detrattori cade su quattro fili penzolanti allora vuol dire che l’amministrazione sta lavorando più che bene !!!

  3. .ma non c’era un consigliere comunale cognato dell’araldo maximun responsabile delle luce e delle lampadine di albenga??. Ma….non mi ricordo nemmeno piu’ come si chiama tanto e’ importante.

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