Il futuro delle aree industriali in Liguria: l'intervento del presidente Burlando

di Claudio Burlando – Vorrei dare il mio contributo all’importante dibattito che si è aperto in occasione della ricerca delle aree necessarie a ASG per la produzione delle bobine magnetiche per il progetto ITER, partendo però da un diverso punto di vista.

L’assunto – da me condiviso – che molto e forse troppo spazio è stato trovato per il commercio e il terziario ci spinge, per garantire lo sviluppo della Liguria, a lavorare per trovarne altrettanto per l’industria, l’artigianato e la logistica portuale. In realtà è proprio la consapevolezza di questo assunto che da cinque anni e mezzo ha guidato le nostre scelte e le nostre risposte agli imprenditori.

Credo che sia importante intanto ricordare quali risposte sono state date, fino a ora, a chi si è rivolto alle istituzioni liguri per trovare spazi essenziali alla propria attività. Non sono esempi teorici, sono tangibili realtà come l’Istituto Italiano di Tecnologia, insediatosi a Morego, in Valpolcevera, in una sede da noi reperita e acquistata per il 50% con un costo di 11 milioni e mezzo di euro; la piattaforma Maersk a Vado, progetto per il quale continua a mancare una firma del Ministro Tremonti; le aree di Villanova di Albenga per il trasferimento di Piaggio; le nuovi sedi di MSC e di ABB, grazie a una efficace e rapida risposta del Comune di Genova; la collina di Erzelli, sempre a Genova, dove si sta materializzando il progetto del Polo scientifico e tecnologico, sostenuto da un investimento di 140 milioni di euro della Regione Liguria per il trasferimento della Facoltà di Ingegneria e che al momento può già contare sull’insediamento di aziende quali Ericsson e Esaote e ha ancora molto spazio a disposizione; e infine ASG nelle aree ex San Giorgio a Spezia.

In cinque anni e mezzo il sistema ligure ha “trovato casa” a sette realtà importantissime (di cui uno, Erzelli, in realtà è un contenitore di più aziende), ha dato sette risposte affermative forti a due dei gruppi armatoriali più grandi del mondo, a un rinomato produttore di aerei a alta tecnologia, a un investitore che viene da fuori regione, a uno dei nostri maggiori imprenditori locali, a una multinazionale estera di elettronica e a un centro di ricerca tra i più avanzati del Paese.

Cinque anni fa tutto questo non esisteva.Credo che questo elenco, risultato di scelte politiche, procedure e risorse finanziarie, possa essere motivo di orgoglio per tutti noi liguri.

Per far sì che la Liguria, anche nei prossimi anni, possa accogliere realtà altrettanto importanti, la mia proposta a contrariis è semplice.

Non partiamo da un elenco di aree, un ragionamento che porta con sé sempre una valenza immobiliarista. Partiamo piuttosto dalle esigenze.

Circoscriviamo il ragionamento a industria, artigianato e imprese marittimo-portuali e diamoci un tempo massimo, diciamo da qui a gennaio 2011. La domanda da porre è questa: chi altro vuol fare industria o crescere in questa città, in questa regione? Chi vuole fare portualità o logistica? Siccome noi crediamo che lo sviluppo della Liguria passi per quello industriale e per quello della logistica portuale, chiediamo di quanto spazio hanno bisogno e quali caratteristiche devono avere queste aree, che valore aggiunto potrà dare all’attività stessa trovare nuovi spazi e quale ricaduta si avrà in termini occupazionali.

Sappiamo che ci sono aree da utilizzare: aree pubbliche (pochissime), aree private (tantissime), aree demaniali (talvolta non utilizzate al massimo). Cerchiamo di capire, interloquendo con le imprese e con tutti i soggetti interessati, chi vuole fare che cosa.

Una volta ottenuta questa tabella delle esigenze – allora sì – andiamo a mappare sul territorio gli spazi disponibili e arriviamo a una programmazione di aree incrociando i dati, sapendo però che a un certo punto si dovrà per forza di cose ragionare sul loro valore, nel caso di aree private, e di procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione, se si tratta di aree pubbliche.

Questa è la mia proposta per provare a vedere se nei prossimi anni riusciamo a ”trovare casa” a altrettante importanti realtà come quelle già insediate, dal 2005 a oggi, tra La Spezia, Genova e Savona.

* Claudio Burlando – Presidente della Regione Liguria