Alla riscoperta dei B movies

di Alfredo Sgarlato – Negli anni 40/50 ad Hollywood, per contrastare il successo della televisione, si diffuse la pratica del doppio spettacolo a prezzo unico, offrendo un film offerto da una casa di produzione “major”, interpretato da grandi star e un film detto B-movie, più breve, 1 ora circa, di genere soprattutto noir o gotico, con interpreti non famosi. Molti registi di grande talento scelsero volontariamente la serie B in cambio di maggiore libertà. L’argomento meriterebbe un volume intero, segnalo alcuni cult impedibili:

Robert Siodmak, esule tedesco, dirige tra gli altri 2 gioielli del noir psicologico: La scala a chiocciola e Lo specchio scuro . Il primo sarebbe da vedere in lingua originale, perché uno dei potenziali assassini è doppiato da Alberto Sordi, con effetti esilaranti.

Edgar Ulmer, altro esule, dirige lo splendido Detour, storia di un autostoppista coinvolto casualmente in una catena di omicidi. Bello anche Barbablù, noir ambientato tra gli artisti bohemien. Ulmer girava un film in pochissimi giorni e sapeva superare i problemi di budget con l’inventiva: una volta che aveva bisogno di una strada in discesa, non avendo tempo per cercarla si limitò ad inclinare la cinepresa.

Michel Tournier gira 2 tra i capolavori del cinema fantastico: Il bacio della pantera e Ho camminato con uno zombie, film dove un autentico terrore è creato senza effetti speciale, ma solo con un perfetto uso dei tempi narrativi, delle luci, degli effetti sonori.

Joseph H. Lewis non è ai livelli tecnici e creativi dei precedenti, ma almeno La Sanguinaria (Gun Crazy), storia d’amore tra un ragazzo complessato e una serial killer, è impedibile.

Robert Wise, ex montatore di Orson Wells, prima di passare alla serie A negli anni 60, gira 2 cult obbligatori del fantastico: Ultimatum alla terra e Gli Invasati, entrambi recentemente oggetto di mediocri remake.

Jack Arnold è il re dalla fantascienza di serie B. Tarantula o Il Mostro della laguna nera sono film che il cinefilo dovrebbe conoscere a memoria

Don Siegel negli anni 50 gira il leggendario L’invasione degli ultracorpi, parabola politica (anticomunista?antifascista? antidittatura senza colore? Il paraculo regista non confermò né smentì mai nessuna lettura) mascherata da fantascienza, con la mitica Carolyn Carlson (l’indimenticabile Morticya Addams). Bellissimo anche il noir Contratto per uccidere, ultima ( solo per il cinema…) apparizione di Reagan. Negli anni 70, quando è difficile distinguere serie A e B, Siegel gira 3 film fondamentali: Chi ucciderà Charly Varrick? con l’unico ruolo di cattivo di Walther Matthau, e La notte brava del soldato Jonathan e Fuga da Alcatraz, entrambi con Clint Eastwood.

Per Jack Hill parlare di serie B è fin troppo, siamo ben oltre la C. Ma Spider baby, horror perverso, è un gioiellino di suspence e humour nero.

Poi ci sarebbe Roger Corman, troppo importante per dedicargli solo poco righe. Negli anni ’50/’60 diresse e produsse almeno cento film, a volte dozzinali, altre volte, tra cui quelli tratti dai racconti di E.A. Poe o Il clan dei Barker, molto belli. Talent scout lungimirante scoprì Coppola, Scorsese, Bogdanovich, Demme, Jack Nicholson, Robert De Niro e molti altri. Orgogliosamente indipendente, con gli incassi dei propri film distribuì in America opere di Fellini, Kurosawa, Truffaut, Resnais, contribuendo a fargli vincere l’Oscar.

E vado un po’ fuori tema, ma è doveroso ricordare Russ Meyer , autore del primo film erotico distribuito nei circuiti regolari (The Immoral Mr Tease), il cui cinema evolve poi verso la pornografia, ma sempre con grande humour e un fortissimo talento visivo. Poi nei suoi film c’è sempre una componente antifascista o anticomunista, totalmente fuori luogo, che li rende ancora più deliranti (Up è consigliato a scatola chiusa, sempre che sappiate accettare film che rifiutano qualsiasi logica narrativa e qualsiasi luogo comune politicamente corretto). Meyer gira anche 2 film ispirati al tema della violenza giovanile, Motorpsycho e Faster Pussycat kill kill, eccentrici rispetto al suo stile ma molto riusciti.

Erano tutti autori anarcoidi, insofferenti al sistema, disinteressati al denaro. Però dotati di una tecnica cinematografica ineccepibile e di grande inventiva. Ognuno di loro ha girato decine di film, di cui solo un paio perfettamente riusciti. Ma anche gli altri sono comunque piacevoli da vedere. Spesso passano a Fuori Orario nelle notti di RAI3, dategli la caccia.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato