Depuratore del ponente savonese: il Pd all’attacco di Melgrati e dell’amministrazione Provinciale

Un attacco a tutto tondo nei confronti dell’azione amministrativa del centrodetra nell’estremo ponente della Provincia di Savona quello portato oggi dal Pd durante la conferenza stampa con la quale il Partito Democratico ha voluto fare il punto sulla politica delle acque e la questione del depuratore alassino da tempo fermo al palo. Presenti all’appuntamento con la stampa Giovanni Lunardon (Vice Segretario regionale del PD), Carlo Ruggeri (Assessore regionale all’Urbanistica), Franco Bogliolo (Coordinatore del Circolo del PD di Alassio), Paola Anfosso (Coordinatore del Circolo del PD di Laigueglia), Roberto Cirimele (Coordinatore del Circolo del PD di Villanova d’Albenga), Maria Clara Romano (Coordinatore del Circolo del PD di Cisano sul Neva) e Nicoletta Caramello (Coordinatore del Circolo del PD di Andora).

Un “fronte comune” che ha aperto il fuoco di fila avanzando critiche non solo all’amministrazione di Alassio guidata da Marco Melgarati ma anche a quella provinciale guidata da Angelo Vaccarezza, entrambe accusate di “agire incoerentemente”, “di avere le idee poco chiare”  e di avere operato, Alassio in primis, una scelta sbagliata – a suo tempo – nel rifiutare  di aderire al comune progetto del comprensorio ingauno del depuratore di Villanova d’Albenga. Il risultato? L’attuale impasse che potrà avere ricadute negative sia per via del contenzioso che si è aperto tra il Comune e la Severn Trent sia per i contraccolpi sulla locale economia a causa dei ritardi ancora dai tempi indefiniti nell’attivazione del depuratore, fondamentale per il settore turistico. [fp]

“La politica delle acque – attacca il PD riassumendo in una nota i suoi principali capi d’accusa – esprime bene il livello di fallimento raggiunto nell’azione amministrativa dal centrodestra nel ponente savonese. Quest’area che fa del turismo la sua giustificata ragione di vita da Ceriale ad Andora è ad oggi del tutto priva di sistemi di depurazione dell’acqua. Non si tratta solo di una scelta di scarsa sensibilità ambientale ma di un duro colpo al sistema economico di quel territorio. Oggi ambiente e turismo sono un binomio indissociabile, ma la modesta o inesistente cultura ambientale delle amministrazioni di centrodestra ha lasciato fino ad ora insoluto questo problema. Un esempio: le condizioni del mare di Alassio sono la principale causa della mancata attribuzione della bandiera blu a questo importante centro turistico del ponente savonese, mentre la migliore qualità delle acque del levante, grazie ad un depuratore in funzione dagli anni ’70, consente a quel pezzo di riviera di rafforzare la propria credibilità turistica”.

“Oggi tuttavia c’è di più: il Comune di Alassio e il suo Sindaco, Marco Melgrati, sono ad un passo dal condannare le finanze comunali al collasso definitivo. Se il Comune non fallirà per il contraccolpo della pessima gestione del caso Grand Hotel, rischia di fallire per il risarcimento milionario chiesto dal soggetto privato, Severn Trent, cui il Comune non ha ancora deciso di assegnare o meno la gara”.

“In questi anni il Comune di Alassio si è distinto per i propri continui tentennamenti e l’oscillazione delle posizioni, senza mai pervenire a scelta alcuna, nonostante l’azione di stimolo esercitata dall’opposizione consiliare che chiedeva e chiede azioni concrete consapevole della gravità del problema e soprattutto eludendo quella più naturale e cioè di convergere nel progetto unitario del depuratore ingauno di Villanova, partecipato ad oggi da nove Comuni dell’estremo ponente savonese (Albenga, Andora, Cisano, Garlenda, Laigueglia, Ortovero, Stellanello, Testico e Villanova).

Il Sindaco Melgrati è ora di fronte ad un bivio: andare avanti con un progetto con una precaria copertura finanziaria e che rischia di far lievitare le tariffe dell’acqua dei cittadini alassini e in cui in fin dei conti non crede neppure lui, se no avrebbe già proceduto da anni, oppure accantonare questo progetto inutile e costoso esponendosi ad azioni risarcitorie da parte dei privati e della corte dei conti. Non male davvero per quello che dovrebbe diventare il portabandiera della PDL nel ponente savonese alle prossime elezioni regionali e che, non si sa bene a che titolo, intenda rappresentare un cultura del buon governo mai praticata”.

“E c’è di più, a contrapporsi sono i progetti che vedono come protagonisti i due esponenti dello schieramento del centrodestra alle prossime consultazioni regionali, il già citato Sindaco di Alassio Melgrati e l’ex Sindaco di Villanova Balestra, a dimostrazione della totale mancanza di visione politica e dell’incapacità di governo della PDL tesa ad ottenere facili consensi a livello locale a scapito degli interessi generali, in questo come in altri campi essenziali della vita sociale: la sanità, le infrastrutture, l’ambiente, lo sviluppo economico”.

“A questo si somma l’assenza di posizione sul tema acque dell’Amministrazione provinciale, che su questo come su tanti altri problemi, non ha opinioni o brancola nel buio. Nessuno ha ancora capito cosa intenda fare la Provincia sulla depurazione nel Ponente, dibattuta amleticamente tra il depuratore di Borghetto, quello di Villanova e quello più virtuale di tutti, quello alassino. Così come manca una visione della Provincia sul percorso verso il gestore unico integrato, obiettivo ormai imminente che la legge pone nel 2011. Questa incertezza, ormai non più tollerabile, rischia di rendere vane le risorse che la Regione ha messo in campo, ponendo sul tappeto 12 milioni di fondi FAS destinati alla depurazione del Ponente”.

“Noi crediamo in un forte ruolo pubblico, sia in termini di programmazione delle scelte sia in termini di gestione, così come crediamo nella necessità di rimettere al centro delle scelte sulle acque nell’estremo ponente savonese il depuratore ingauno, confermando il quadro programmatorio sancito dal Piano delle acque approvato dall’ATO idrico con la precedente Amministrazione provinciale e che l’Amministrazione Vaccarezza si è guardata bene dal modificare. È arrivato il momento delle scelte e degli atti concreti. Noi siamo pronti. Non siamo più disposti – conclude il Partito Democratico – ad accettare la politica di annunci e di vuoti propositi della PDL”.