Liguria, ass. Rambaudi: “No ad un welfare residuale e assistenzialistico, sì a patto Istituzionale”

“Visti i tagli enormi da parte del Governo come Regione faremo il possibile per mantenere le risorse per i trasferimenti ai Comuni che sono il cuore del sistema dell’erogazione dei servizi. Parallelamente vogliamo lanciare un forte patto istituzionale con il Governo per ripensare un sistema nazionale di tutela dove si mette in discussione previdenza, sanità e servizi sociali”. L’assessore ai servizi sociali della Regione Liguria e coordinatrice degli assessori nella Conferenza Stato Regioni di fronte al “popolo del sociale” intervenuto numeroso quest’oggi al Galata Museo del Mare al convegno sul welfare promosso dalla Regione Liguria, lancia la sua proposta per salvare i servizi sociali dai tagli della Finanziaria, che tiene conto di un quadro più complesso. “Siamo disponibili a rimettere in discussione il tema della previdenza e della sanità – ha detto Rambaudi– per spostare l’attenzione sul territorio, individuare le priorità, offrendo di più con maggiore efficienza”. “Serve un patto territoriale – ha continuato – di scelte condivise, di priorità e impegno all’innovazione, alla riprogettazione per mettere in circolo nuove risorse”.

A distanza di 10 anni dall’approvazione della 328, legge di sistema sui servizi sociali, secondo Rambaudi “va tenuta ben stretta l’idea di un welfare universalistico, di un servizio sociale a supporto delle persone e delle famiglie per non tornare indietro, utilizzando come alibi la limitazione delle risorse e mantenendo l’autonomia di governo delle Regioni”. “Quando le risorse sono ridotte – ha spiegato Rambaudi – si deve andare alle priorità, con il rischio che a farne le spese sia soprattutto la prevenzione. Ma noi speriamo di mantenere le stesse cifre per i Comuni in modo da non perdere quelle importanti azioni di sostegno alla famiglia e di prevenzione sui minori e i giovani che portano a dei risparmi e ad una migliore qualità della vita”. Nel suo intervenuto Rambaudi si richiama alla “definizione di pochi ma imprescindibili livelli essenziali di prestazioni per assicurare l’esigibilità dei diritti sociali fondamentali per tutti i cittadini italiani e rispetto ai Lep andare a definire il fabbisogno standard e il costo standard in modo da tenere insieme i vincoli della finanza pubblica con obiettivi di copertura territoriale per le principali prestazioni sociali”.