Eretici e corsari: reading/spettacolo all’Archivolto

Un confronto a distanza tra il pensiero di Giorgio Gaber e quello di Pier Paolo Pasolini. Su questa intuizione si snoda il reading / spettacolo del Teatro dell’Archivolto “Eretici e corsari”, che il regista Giorgio Gallione ha costruito mettendo a confronto monologhi, articoli, canzoni, interviste di questi due intellettuali “non organici” (anteprima a Genova il 18 e 19 dicembre e prima ufficiale al Piccolo di Milano il 20 e 21 dicembre nell’ambito di Milano per Gaber). A dare voce a questo materiale sono stati chiamati Neri Marcorè – che per l’Archivolto ha già interpretato “La lunga notte del Dottor Galvan” di Pennac, “Un certo Signor G” di Gaber e Luporini e “Terra padre” di Roberto Saviano, con cui è attualmente in tournée – e Claudio Gioè, giovane attore palermitano noto al grande pubblico per le fiction “Squadra antimafia” e “Il capo dei capi”. I due attori sul palco saranno affiancati dai quattro musicisti dello Gnu Quartet.

A metà degli anni ’70 Pier Paolo Pasolini scrive e pubblica “Scritti corsari”, una raccolta di articoli e riflessioni sulla trasformazione dell’Italia di quegli anni. In una intervista Gaber commenta “sviluppo senza progresso… mi sembra la sintesi più appropriata della nostra epoca”.

Pasolini analizza un sistema che sta attuando un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità, che fonda il proprio potere su una ipnotica promessa di comodità e benessere, ma che in realtà sta trasformando il cittadino in un “uomo che solo consuma”; sottolinea altresì le eccezioni, le resistenze, le sopravvivenze, ma in sostanza tende a radiografare impietosamente il proprio tempo, esasperando l’analisi per chiedere almeno una reazione, per provocare una sorta di “captatio malevolentiae”, da cui far nascere un dibattito non ipocrita.

In quegli stessi anni Gaber e Luporini non solo si muovono su una lunghezza d’onda analoga, mai bonariamente autoassolutoria, ma si nutrono e spesso condividono molte delle intuizioni pasoliniane, che trasformate e personalizzate, entrano in filigrana nei testi del teatro gaberiano.

Monologhi e canzoni come “L’appartenenza”, “Il successo”, “Gli oggetti”, “Il grido”, “Il cancro”, “La smorfia” fino addirittura a “La razza in estinzione” svelano palesemente questa vicinanza, questo modo disincantato e spesso amaro di guardare il mondo, la società e il proprio paese. “Eretici e corsari” delinea due poeti d’opposizione, che non temono di compromettersi e di risultare anche scomodi, che con lucida preveggenza ci svelano che “il futuro è già finito” e che sarebbe ora di tornare a privilegiare il “crescere” rispetto al “consumare”.

biglietti € 20-18, studenti € 7,50. INFO 010.6592.220, biglietteria 010.412.135

1 Commento

  1. accidenti, è lo spettacolo che volevo scrivere io! beh, vuol dire che la mia idea era buona.

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