Genius loci: Fabio Zuffanti

di Alfredo Sgarlato – Nei giorni scorsi nel blog de La Stampa un lettore lamentava come le radio passino solo pochissimi artisti italiani. L’autore della lettera è Fabio Zuffanti, un nome che magari dice poco ai lettori, eppure è possibile che molti l’abbiano visto in concerto, dato che è un musicista di grande talento e si è esibito più volte ad Albenga e Loano in occasione di festival di artisti locali. Va detto che Zuffanti, genovese classe ’68, raramente si esibisce col proprio nome ma nell’ambito di vari gruppi.

La sua ormai ventennale carriera comincia coi Finisterre, gruppo progressive rock, che vende molto in Francia e Giappone, suona dal vivo anche in Messico e negli Stati Uniti oltrechè in Europa eppure in Italia è poco noto (in Giappone e Messico qualsiasi gruppo rock italiano è famoso come da noi i Rolling Stones). Un momentaneo scioglimento dei Finisterre fa sì che Fabio, uno che come molti coetanei ha scoperto la musica coi Clash per poi estendersi a tutti i generi, dal progressive più barocco all’elettronica d’avanguardia, si dedichi a molti altri progetti. Il post rock de La Zona, il più apprezzato dalla critica; il trip hop di Aries, duo con la cantante Simona Angioloni, il più commerciale La maschera di cera, ispirato dal cinema italiano degli anni ’70 e dalle sue colonne sonore; i più sperimentali Rohmer e Hostsonaten, con l’onnipresente Edmondo Romano (Orchestra Bailam, Arancia Balkanika, collaborazioni con De Scalzi e Alloisio) ai fiati.

Poi R.U.G.H.E. progetto sperimental – rumorista e finalmente un disco a nome Fabio Zuffanti, Pioggia di Luce (2007) a cui seguono un omonimo e Ghiaccio (2010). Zuffanti, che come avrete capito è anche molto appassionato di cinema, ha anche collaborato con gli scrittori Tommaso Labranca e Wu Ming ed ha scritto un musical, Merlin, con al regista teatrale Victoria Heward e ne sta scrivendo un altro ispirato a Cime Tempestose. Un personaggio così in America avrebbe già vinto un Grammy, in Francia sarebbe cavaliere, in Italia lo conosce solo chi ama avventurarsi nei territori più underground.

Eppure anche da noi c’è una scena musicale vitalissima, su Albenga Corsara ne abbiamo parlato e ancora ne parleremo, se le tv e le radio la ignorano ci sono altri media per scoprirla.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato