L’ azzurro Scajola tornerà al timone? Se non ora quando? Ma c’è chi dice no…

di Mary Caridi – Non è indagato, non è della P3 e non ha mandato in malora una banca,non ha condanne per associazione esterna per mafia, non è un ex fascista, come Verdini, Dell’Utri, La Russa,  insomma, Claudio Scajola  è uno che davanti ad accuse si è sempre dimesso da Ministro e questo, nel partito del “resistere, resistere, resistere”, davanti alle accuse della magistratura, dai processi, è considerato un’onta. Un peccato da scontare con l’emarginazione, la lista d’attesa. Dietro al suo caso,  si intravede la manina di un trappolone interno? Indubbiamente il suo caso e lo scivolone sulla casa a sua insaputa è stato devastante e amplificato dai media  incalzanti (anche i media di Berlusconi non lo hanno certo protetto) lo ha  costretto a dimettersi, mentre Verdini resiste e lo stesso Berlusconi con quattro processi restano inchiodati alle loro poltrone.

Scajola ha retto con polso fermo e coordinato Forza Italia, quando quel partito era l’azionista di maggioranza della coalizione Lega, An, Forza Italia. Via via, il pdl ha perduto la sua originalità e ha perso pezzi ed identità. La Lega ha cannibalizzato il Pdl, An è una barca che ha subito una scissione e il partito del Cavaliere conta sempre meno ed è sempre più ostaggio dei cosiddetti “responsabili”. Se Berlusconi deve far quadrare i conti per assegnare le ambite poltrone ai “traditori” itineranti da un partito all’altro, può Scajola restare a guardare? Mentre Verdini e La Russa restano al comando, la Santanchè è in ascesa, c’è la Brambilla e persino Ferrara trova un posto nel cuore di Silvio e Bondi, ormai sempre più amareggiato e depresso, lascia vacante la sua poltrona di Ministro e forse anche quella, come logico, di coordinatore  nazionale del pdl, Silvio cosa fa? Pensa ai falchi e lascia a casa i moderati e i tessitori di esperienza , si tiene gli urlatori e le strillanti femmes fatales.

L’anima originaria di Forza Italia dov’è finita? Nella melma di un cambiamento spurio i forzisti della prima ora si sentono traditi ed emarginati e Scajola – che vuol tornare a rivestire il suo  ruolo di coordinatore, o Ministro – ottiene dei generici attestati di amicizia e dei no. La pattuglia di parlamentari e senatori che stanno con Scajola è sempre più  pronta allo strappo e  nelle ultime ore medita  la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo dal Pdl, sia alla Camera che al Senato – gli ‘Azzurri per la Libertà’ – che vanterebbe  un seguito di 23 deputati e 12 senatori. Le acque si fanno sempre più burrascose, perché la scelta di accontentare i “responsabili disponibili”, e scontentare gli azzurri di Scajola, porterebbe a conseguenze inevitabili che fanno tremare il governo Berlusconi.

La partita di Scajola è tesa  a una legittima richiesta e aspirazione di uscire dal limbo e di riavere un posto al sole, dopo che le sue dimissioni dall’affaire Anemone lo hanno collocato per  un periodo in naftalina, ma senza che lui – a differenza di Denis Verdini –  abbia ricevuto alcun avviso di garanzia. Se non ora quando, pare dire con forza Scajola, considerato che la redistribuzione delle poltrone è in atto e, se lui non forza e chiede oggi, farà la fine che per lui auspica Dell’Utri: il pensionamento. Non pare che Claudio Scajola sia disposto ad accontentarlo, anzi, alza la posta e c’è da scommettere che ora sarà lui a far traballare le sicurezze dei suoi “cari amici” del Pdl.

* A modo mio: la rubrica Corsara di Mary Caridi

1 Commento

I commenti sono bloccati.