Serge Gainsbourg: il demonio chansonnier

di Alfredo Sgarlato -Lucien Ginzburg era ragazzo timido, che non aveva voglia di andare a scuola e di alzarsi presto. La soluzione non è difficile da trovare: fare il musicista nei piano bar, lavorare la notte e niente scuola. C’era ancora un problema da superare, la timidezza. Durante il servizio militare Lucien scoprì che si poteva vincerla con l’alcol, e così nacque la seconda delle sue tre grandi passioni. Però quel nome, Lucien Ginzburg, suonava troppo ebreo. I suoi genitori erano fuggiti dalla Russia per evitare persecuzioni razziste, ma in Francia le cose non andavano tanto meglio. Un nuovo nome, Serge Gainsbourg, suonava senz’altro meglio, a questo punto la carriera poteva partire.

Il giovane Serge compone canzoni sullo stile degli chansonnier come Brel e Brassens, poi scopre il jazz e la sua musica fa un salto di qualità. Nel frattempo il cinema lo scopre. Siccome è bruttarello gli affidano i ruoli di cattivo. Lui dirà “la bellezza è un difetto, perchè passa. La bruttezza è una virtù, perchè resta”. Benchè sia timido e bruttarello le donne gli corrono dietro. Una, la segretaria di Dalì, lo sposerà anche, ma il matrimonio fallisce subito perchè Gainsbourg non è in grado di fare una vita da persona normale. Negli anni ’60 il successo. Dopo il jazz e le colonne sonore, Serge inizia a scrivere canzoni pop, che spesso affida a ragazze, come Francois Hardy e France Gall.

Il grande poeta Prevert vuole conoscerlo. Gainsbourg chissà perché pensa di fare una figura migliore andandolo a trovare di mattina. Per la prima volta in vita sua si alza prima di mezzogiorno e non comincia a bere appena alzato. Arriva da Prevert alle 11 e lo trova sbronzo fradicio che farnetica. Scrive canzoni anche per Brigitte Bardot, con cui sarà amore folle. Lui non sa guidare e i parigini si chiedono chi sia quel tipo che va in giro su una limousine guidata da una bellissima bionda. Quando l’amore finisce incidono insieme una canzone “Je t’aime…moi non plus”, che rimane inedita. Sarà un successo mondiale quando Gainsbourg la reincide con la sua nuova fiamma, l’attrice Jane Birkin. La canzone, ad alto tasso erotico viene proibita ovunque. Io per anni ho letto di questa canzone proibita. Poi, finalmente ho conosciuto uno che aveva il singolo. Ho scoperto di averla sentita mille volte, di amare quella canzone sin da bambino, del resto è un capolavoro. Ma non era proibita? In seguito ho letto che “Dio è morto” dei Nomadi era proibita alla RAI ma passava alla radio vaticana. Forse anche Je t’aime moi non plus

Nel 1964 Gainsbourg incide un disco per sole voce e percussioni, che definisce il suo disco cubista, che contiene la splendida “Requiem por un con”. Nel 1972 esce “Histoire de Melody Nelson”un LP ispirato a Lolita di Nabokov, che fa scuola per gli arrangiamenti d’archi, scritti col jazzista Michel Goraguè, e per l’incisione del basso più forte degli altri strumenti, ingrediente fondamentale della musica del decennio successivo. Nel 1978 si innamora del reggae, ancora poco noto in Europa e va a incidere in Giamaica. Per rompere il ghiaccio coi musicisti locali chiede se conoscono qualche canzone francese. Gli rispondono cantando Je t’aime… moi non plus. Incide una versione reggae della “Marsigliese” ed ex parà fascisti lo minacciano di morte. Qualche anno dopo riuscirà a farsi odiare anche dalla sinistra bruciando in TV una banconota di grosso taglio per protestare contro le tasse.

Dipinge, diventa regista. Il suo primo film, intitolato come la sua canzone più nota è universalmente stroncato, ma piace a Francois Truffaut. Ne dirige altri sette, in Italia si trovava con difficoltà Charlotte Forever, storia di uno scrittore alcolizzato di nome Satana che ci prova con le amichette della figlia (sua figlia Charlotte, oggi attrice magnifica e brava cantante), la quale lo odia ma ne è gelosissima, un film veramente noioso. Per farsi odiare definitivamente incide un disco con la figlia, Lemon Incest, peraltro di una bruttezza sconcertante. Già, perchè Serge sa scrivere capolavori come le canzoni citate o la psichedelica 69 annèe erotique, ma quando ci si mette a scrivere una canzone brutta brutte come le sue non ne scrive nessuno, come Quoi, che apre un suo disco che ho comprato in un autogrill di Marsiglia (questa a Gainsbourg sarebbe piaciuta!), mi procura persino imbarazzo ascoltarla…

Negli anni ’90 Gainsbourg è un icona pop, grandi come William Klein gli fanno il ritratto, arriva a 24 dischi incisi, ma la sua vita va a rotoli. Jane Birkin lo lascia perché “beve sistematicamente” (parole sue). Trova un nuovo amore nella bellissima modella Bambou ma l’alcol e suoi fantasmi lo uccidono il 3 marzo 1991, un mese prima del 63° compleanno. Come epitaffio vuole la frase: ho avuto talento per tutto tranne che per la vita. L’anno scorso il talentoso fumettista Joann Sfar ha diretto un film biografico, Gainsbourg (vie heroique), col poco noto Eric Elmosnino come Serge e varie bellissime: Laetitia Casta è BB, Anna Mouglalis Juliette Greco, Lucy Gordon (morta suicida poco dopo) Jane Birkin, e il grande regista Claude Chabrol ha uno dei suoi rari ruoli d’attore. Questo film ha vinto molti premi ma è inedito in Italia e non so se uscirà mai.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato