Cairo: primi nomi a un anno dalle amministrative 2012

di Alessandro Arena – A un anno dalle elezioni comunali Cairo comincia a interrogarsi sui candidati a sindaco. Dato per scontato che Fulvio Briano si ricandiderà per il centrosinistra (resta da capire se vi saranno o meno strappi a sinistra), l’interesse questo momento è tutto per il centrodestra. Da poco, infatti, i partiti che fanno riferimento all’attuale governo hanno una vero radicamento territoriale e ad oggi la loro presenza in consiglio comunale è garantita da alcuni indipendenti senza tessera e dall’unico iscritto al Pdl Giorgio Garra, attuale assessore allo Sviluppo Economico in Provincia. Si parlava proprio di lui, recordman di voti nelle scorse consultazioni, come possibile candidato a primo cittadino, carica che in passato aveva rifiutato lasciando spazio a Pierluigi Vieri, vicesindaco nella precedente legislatura di centrodestra, che perse per pochi voti proprio nella sfida con il giovane Briano.

Da qualche tempo però ha cominciato a farsi spazio una suggestione interessante. Pare che Vaccarezza, commissario ad interim del circolo Pdl di Cairo, abbia pensato a Stefania Chebello, figlia del defunto Osvaldo, sindaco socialista sul finire degli anni’80 e poi rieletto nel 1999 per due mandati. Una cognome molto amato dai cairesi che potrebbe unire diversi soggetti, pescando anche al centro con l’Udc, rappresentato oggi in Consiglio comunale da Gaetano Milintenda attuale vice di Briano, che starebbe alla finestra, pronta ad abbandonare la maggioranza qualora l’offerta, che non dovrà essere inferiore a tre quattro candidati eleggibili oltre Milintenda, fosse considerata vantaggiosa. Resta da capire cosa farà la Lega Nord.

La direttiva nazionale è quella di candidarsi da soli nei centri piccoli e insieme al Pdl nelle grandi città. A Cairo, fino a poche settimane fa, pareva che la volontà del carroccio fosse quella di correre da soli per contarsi. Ora però, la discesa in campo personale di Vaccarezza potrebbe far tornare sui propri passi la sezione cairese del partito, a patto che nel programma vi siano i punti che stanno più a cuore ai leghisti: la questione sicurezza, lo sviluppo della città e l’attenzione alle periferie.