Percfest Laigueglia: quando il jazz fa spettacolo… (con fotogallery 5)

di Alfredo Sgarlato – Anche quest’anno il Percfest di Laigueglia, festival musicale dedicato al percussionista Naco Bonaccorso scomparso alcuni anni fa presenta una scelta di musicisti vari e di alto livello, con numerosi ospiti stranieri. Apertura col Lorenzo Tucci Trio “Tranety”, Tributo a John Coltrane. Può sembrare strano un omaggio al più grande dei sassofonisti da parte di un gruppo senza fiati, ma la formula in trio funziona perfettamente, rendendo merito alla grandezza di Coltrane come compositore. Lorenzo Tucci, batterista di Mario Biondi dall’impostazione delle braccia molto particolare e Luca Bulgarelli, contrabbasso, sono una ritmica precisa ed elegante, che spesso sceglie i tempi dispari, ma la rivelazione della serata è il giovane pianista Claudio Filippini, il cui stile molto percussivo, in cui si alternano sequenze di accordi con brevi frasi all’apparenza ripetitive, è proprio quello che preferisco in fatto di piano jazz. I brani eseguiti sono scelti tra le composizioni meno note di Coltrane, con l’aggiunta di “Afro Blue” di Mongo Santamaria, cavallo di battaglia de Trane e un irriconoscibile “Summertime” dal ritmo quasi rock.

Un ottimo gruppo, ma che sarà superato dal successivo, il Tinissima quartet di Francesco Bearzatti, vincitore di molti referendum sulle riviste specializzate come miglior sassofonista dell’anno. Con lui Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso elettrico e Zeno De Rossi (turnista per Vinicio Capossela e Baustelle tra gli altri) alla batteria. Il gruppo esegue una lunga suite dedicato ad un personaggio fondamentale degli anni ’60, Malcom X e la musica è inevitabilmente influenzata dai più impegnati tra musicisti jazz del periodo come Archie Shepp, Albert Ayler, Lester Bowie. I temi variano continuamente dal free al bop persino al funky (con citazione di “Funkytown!). Falzone oltre che ottimo trombettista è uno showman consumato, balla, canta urla, suona la tromba in modi inconsueti. Bearzatti alterna sax tenore e clarinetto e nell’ultimo brano distorce il sax con l’effetto wah wah, quello usato da Hendrix e Zappa per intenderci, facendo sembrare che il solista sia una chitarra elettrica. Molto bravi i due ritmi, a volte su tempi più vicini al rock che al jazz. La notevole presenza scenica del gruppo oltre alla bravura dei musicisti rende la loro esibizione un trionfo.

Ospiti dalla Francia aprono la serata di mercoledì. Il quartetto del noto batterista Dedè Ceccarelli rende omaggio a Claude Nougaro, chansonnier francese mancato pochi anni fa. Con Ceccarelli il contrabbassista Christophe Wallemme, Pierre Alain Gualch al piano acustico ed elettrico e il cantante David Linx, di cui consiglio il disco “A lover’s question”, dove mette in musica i testi del grande poeta afroamericano James Baldwin. Dopo un omaggio strumentale a Chico Barque, entra in scena Linx, tipico “crooner”, ovvero cantante dalla voce sottile ma raffinata. Il gruppo è tecnicamente molto bravo e la musica è piacevolissima ma non mi entusiasma.

Segue Indigo Trio ovvero Nicole Mitchell al flauto, Harrison Bankhead contrabbasso e Hamid Drake. Provenienti da Chicago, Nicole è anche presidente dell’AACM, associazione che oltre a radunare i musicisti più creativi della città si occupa anche del recupero della storia degli afroamericani. Mitchell alterna lo stile flautistico più classico con quello in cui si usa il flauto per distorcere la voce, reso famoso da Jan Anderson dei Jetrho Tull ma inventato dal grandissimo Roland Kirk. Il carismatico Bankhead, che usa anche l’archetto, e Drake, sono una ritmica sensazionale. Hamid Drake secondo me è il miglior batterista al mondo, vederlo suonare è come veder giocare al calcio Leo Messi, ha un tale dominio dello strumento da far sembrare ciò che fa semplicissimo. Questa sera, essendo al servizio di uno strumento gentile come il flauto, è stato meno pirotecnico di altre sere, ma ha comunque dato spettacolo. Un concerto veramente straordinario ma, va detto, una musica un po’ cerebrale che non tutto il pubblico ha apprezzato. Per sovrapporsi di impegni mi sono perso la serata di giovedì, per stasera sono già in fibrillazione in attesa di Dado Moroni, il mio pianista italiano preferito (insieme a Bollani, of course).

* Nella fotogallery il Tinissima quartet di Francesco Bearzatti

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