PRIMA PAGINA

di Sandra Berriolo – Oggi voglio solo fare un plauso al direttore (immagino) de La Stampa per la scelta di mettere in prima pagina la foto di un matrimonio. Tutti oggi si sarebbero aspettati la foto di Alberto (si sa, per noi vicini di casa, nonché coetanei, lui è Alberto e basta) e quell’africana presa al museo delle cere. E invece ecco un matrimonio “vero”, umano: quello del militare italiano ucciso lontano da casa.

Quello di Alberto una favola che inizia, quello di Gaetano solo il ricordo di una favola che non c’è più. Nella piccola foto in alto riferita alla cerimonia monegasca nessuno sorride, nella grande foto al centro pagina due ragazzi “normali” ridono sotto un ombrello. Sicuramente anche al loro matrimonio tutti aspettavano la sposa per vedere l’abito, tutti avranno poi trovato da dire sul menù del ristorante, tutti si saranno spiati a vicenda per criticare le mise delle signore. Sicuramente anche per il loro grande giorno la famiglia avrà impegnato energie e risparmi per farli contenti e farli sembrare dei Principi.

Però mentre Gaetano si era comprato un bell’abito scuro della festa, che in genere resta nell’armadio per anni, ed è morto in divisa, Alberto si è maritato –anziché con il vestito azzurro di rigore per un Principe- con la divisa estiva degli altri gradi dei Carabinieri. Però in guerra non ci andrà mai.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

2 Commenti

  1. Grande Sandra, grandissima come sempre. E anche il commento, da applausi. Vi abbraccio entrambi.

  2. Perchè la guerra è una cosa seria, buffonii e burattini non la faranno mai. Oppure è che indossare una divisa da onore a chi la veste e l’onore, si sa, porta tanti soldi, come le lenticchi che gli sfigati come noi mangiano a capodanno, con la speranza di non essere mai ammazzati, dalla fame o dalla guerra, non fa differenza.
    Mi ha reso triste questo articolo, sempre pungente e puntuale. Questa volta però oggetto di una profonda riflessione sulla miseria umana, quella delle idee e quella delle tasche, anche queste in guerra continua. Non so se il soldato è morto per l’una o per l’altra, di certo è morto per entrambe, perchè l’una genere l’altra e non c’è possibilità di redenzione.

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