Rinvio a giudizio per diffamazione, Casa della Legalità: “a dibattimento con Melgrati ci sarà da divertirsi”

fp – La Casa della Legalità accoglie con ironia la notizia del rinvio a giudizio per la querelle finita in tribunale con «Marco Melgrati (PDL), il già sindaco-architetto del savonese più indagato e inquisito certamente dell’intera Liguria e ora in Consiglio Regionale, che per la querela da lui sporta (assistito dall’esponente PD, avvocato Franco Vazio) lo scorso anno per un nostro articolo e video si andrà a dibattimento a seguito della chiusura indagini (ancora non notificataci) da parte della Procura di Genova».

Come “Casa della Legalità”, si legge in una nota dell’Ufficio di Presidenza dell’associazione (C. Abbondanza, S. Castiglion, E. D’Agostino), «abbiamo riportato in tale articolo fatti certi ed inconfutabili e quindi sarà semplice dimostrare che non sussiste alcuna diffamazione ai danni del Melgrati, così come nessuna offesa alla sua reputazione, ma solo ed esclusivamente pubblicazione di informazioni reali e critiche legittime su quel Sindaco di Alassio poi dichiarato decaduto dalla carica con Decreto del Presidente della Repubblica e costantemente sotto inchiesta da parte della Procura di Savona. Sarà invece più difficile per il Melgrati spiegare in aula, quando sarà il momento di questo altro dibattimento, a seguito della nostra querela, gli insulti gratuiti che ha portato alla nostra organizzazione quando, davanti al Porto degli scandali di Imperia, nell’ottobre scorso, dichiarò dal palco allestito dai fedeli uomini di Claudio Scajola che siamo “infami” e “personaggi squallidi”, per poi aggiungere che “la mafia qui non esiste” e che la “magistratura è di sinistra”».

Dubbi anche sulle procedure, in quanto – sostiene la Casa della Legalità – in realtà la Procura e il Tribunale competente per il contenzioso sarebbero quelle di Savona e non di Genova: «secondo i pronunciamenti della Corte di Cassazione la sede di giudizio per il reato di diffamazione è quella che a seguito di effettive indagini risulta essersi consumato il reato contestato che, per le pubblicazioni via internet, risulta non più la sede del server o di residenza del querelato, ma la residenza di chi ha letto/visto quanto viene contestato e nel caso di Melgrati (che depositò querela a Savona, dichiarando che lì apprese dell’articolo e video oggetto della sua querela) la Procura ed il Tribunale competente non è Genova, ma Savona. Questo dettaglio procedurale sarà oggetto di apposita iniziativa secondo le vigenti procedure)».

1 Commento

  1. tutti gli imputati rinviati a giudizio dicono le stesse cose. il tribunale non è competente, il processo va spostato altrove, ect ….
    se si rispetta la magistratura non si irridono le sue decisioni. SE la casa della legalità è coerente con quello che pretende dagli altri , ora rispetti quello che hanno deciso sul suo rappresentante, o siamo alle solite. garantisti con gli amici, giustizialisti con i nemici….

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