Alassio sfratta Totò. “Io sono un uomo di mondo, ma mi faccia il piacere!”

di Mary Caridi – Non è finita con la vittoria alle elezioni,  la guerra tra Avogadro, nuovo sindaco di Alassio e  l’ex sindaco Melgrati che si arricchisce infatti di una nuova puntata. La rimozione della statua del grande Totò, opera di Furlan, sfrattata dalla celebre cittadina ligure. Alassio va alle crociate o Avogadro, ex leghista ha un po’ di nostalgia del suo vecchio partito? Un bagliore di incrociar di lame tra i due,  o per Avogadro Alassio deve essere “purificata” dalla contaminazione partenopea e dal passaggio del suo “barbaro” predecessore?

I grandi non hanno altra patria che il mondo intero. La fama li conduce ovunque. Dedicare una statua a Totò da parte della vecchia amministrazione ha fatto storcere il naso e indignare Avogadro. Perché? Non ha legami con il territorio – afferma il sindaco. Vuole solo eliminare ogni traccia delle  mie scelte  – pensa l’ex sindaco Melgrati. Ed ecco che la stampa e i media di tutto il paese ne scrivono e Alassio è al centro dell’attenzione: mentre la disastrosa crisi economica investe il mondo, con gli italiani in ferie preoccupati per tasse che troveranno al ritorno, qui si parla d’altro.

Un personaggio, un grande, ha come Patria il mondo intero e nei giardini di ogni città esistono statue, vie, targhe,  ricordo e memoria. Il legame con il territorio conta? Totò è partenopeo, italiano, alassino, romano? Totò che è conosciuto in tutto il mondo se potesse parlare conierebbe una delle sue celebri frasi: “siamo uomini o caporali? Ma mi faccia il piacere”. Magari come sberleffo storpierebbe il cognome del suo detrattore che da Avogadro, nella sua inifinita ironia diverrebbe  – Ave-grado, soldato semplice o marinaio? – La cultura è di per sè apertura, è ampio respiro e diffida e fugge dal provincialismo, ma non è l’unico indizio di una svolta pseudo-  leghista/ territoriale/ ristretta, del nuovo sindaco.

Nelle sale del Grand Hotel, domenica sera,  si premiava il caporedattore della Stampa Sandro Chiaramonti. Il professor Pierfranco Quaglieni, presidente del Centro Pannunzio, infaticabile organizzatore di appuntamenti culturali,  aveva conservato tra i suoi cassetti una lettera che gli aveva spedito il  grande scrittore Mario Soldati, che  sovente sceglieva Alassio come luogo di villeggiatura. Quale occasione migliore per promuovere la città del muretto che leggere la sua lettera, uno spot d’amore per Alassio? E invece Avogadro e il suo assessore al turismo disertavano l’appuntamento,  con un grave atto di scortesia ignoravano l’evento.

Alassio agli alassini? Se questa dovesse essere la nuova politica ad Alassio potrebbero tornare a fare i pescatori, perché la città che vide i fasti e la presenza degli inglesi, la città che dell’accoglienza e della internazionalità ha fatto la sua fortuna, non può diventare un mini feudo, un luogo chiuso e oscurantista. Deve poterci essere una piazza dedicata al benefattore Morteo – come chiede l’amministrazione – ma senza per questo sfrattare ogni altro personaggio che ormai risiede in città. Quando una città italiana dedica una statua d un uomo di cultura, ad un personaggio popolare, come lo furono Sordi, Totò, Anna Magnani, Gilberto Govi, o Pavarotti, o i mille grandi italiani che hanno scritto le pagine della storia italiana, lo fa perché questi uomini illustri fanno parte della memoria italiana.

I grandi che non stanno più qui sulla terra, non possono ricevere offese da politici o entrare nella lotta politica o siamo davvero alla frutta. Non è mettendo un celebre ligure al posto di un celebre partenopeo al posto di un altro che si fa turismo e il bene dei cittadini. Avogadro ha ben scelto sul depuratore che renderà le acque più pulite, ha tanti altri modi per dimnostrare la sua qualità di primo cittadino, lasci in pace i morti! Così, sgomenti, assistiamo a una nuova polemica della quale francamente nessuno avvertiva la necessità. I problemi restano e le chiacchiere stanno a zero.

* A modo mio: la rubrica Corsara di Mary Caridi

4 Commenti

  1. ma il pd alassino delle stupidate di avogadro cose ne pensa?forse aver voluto mettere il capella sulla vittoria di alassio è stato un errore conoscendo il personaggio…..
    ps w Totò

  2. a questo punto se vuole essere coerente il sindaco di alassio cancelli via Dante e Via Leonardo da Vinci e le intitoli a qualche alassino illustre, magari alla propria madre, come faceva il cav. benito

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