Finale: corti d’autore all’Overlook Film Festival 2011 (I)

di Ambra Parodi – (Finale Ligure, 26 /27 Agosto). Ieri sera ha preso finalmente il via, nella splendida cornice di Piazzale Buraggi a Finale Ligure, la sesta edizione dell’Overlook Film Festival, rassegna internazionale di cortometraggi e documentari, che offre a turisti e non la possibilità di godersi del “buon cinema” direttamente sul mare.

Anche quest’anno, infatti, la qualità delle opere proposte è la prerogativa principale della manifestazione, come sempre presentata dal noto attore Nicola Nocella (“R.I.S .Roma- delitti imperfetti” stagione 2011; “ Il figlio più piccolo” di Pupi Avati,2010), ormai amico e sostenitore della rassegna.

Il tema di questa edizione è Fratture – e tutte le declinazioni possibili del termine, da quella dell’animo a quelle economiche, interne ed esterne, da quelle prevedibili e volute a quelle più impensate e ironiche. Frattura è sintomo anche di una brusca interruzione come di un nuovo e obbligato inizio. E il primo film proposto racchiude perfettamente in sé entrambe i concetti. HOTEL TERREMOTO di Francesco Costabile e Marco Danieli, unico documentario in concorso, racconta la vita dei terremotati dell’Aquila, ancora oggi “ospiti” in strutture alberghiere sulla costa. Sono donne, uomini, bambini e anziani, la cui esistenza aleggia nei lunghi e deserti corridoi, nelle sale silenziose di un hotel sul mare, d’inverno. Anime intrappolate in un non luogo che devono ritrovare la loro identità, persa tra i calcinacci delle case crollate nel terremoto del 2009. Attraverso le diverse interviste a questi ospiti si capisce come si debba ritrovare la fiducia ripartendo dalle cose più semplici, dalle credenze popolari ai canti, dalla propria infanzia, tra bambole e orsacchiotti sgualciti. Il tempo passa inesorabile e divora il concetto di futuro, come in una sala d’attesa. Una signora ammette che la cosa più difficile non è vivere una scossa di terremoto – ci ride anche su – ma sopravvivere ad essa: “ Non siamo più nessuno”, o per lo meno non solo dei numeri di stanza.

Questo documentario, con la sua notevole ma delicata forza espressiva, ha anche il merito di introdurre diverse sottotematiche riproposte nei corti successivi, come ad esempio la comunicatività del silenzio e i lunghi sguardi a filo di macchina di PASSING TIME, di Laura Bispuri (vincitore David del Donatello 2010), in cui una ragazzina affronta il lutto, la morte del nonno, in modo anticonformista, svelando la propria e diversa identità. ECLISSI DI UNA STAGIONE, di Vito Palimieri, invece, riprende l’ambientazione dell’albergo sul mare, un luogo che si protende verso l’immenso e l’ignoto, proponendo una storia d’amore e amicizia che cerca “la frattura”, il momento di svolta perché le leggende e i modi dire hanno spesso un fondo di verità. Con JODY DELLE GIOSTRE, di Adriano Sforzi, Vincitore del David di Donatello di quest’anno, si ritorna al mondo dell’infanzia, non sempre roseo perché anche lì vi sono problemi e incertezze: chi vive in un mondo colorato e giocoso, Jody figlio di giostrai, deve affrontare continuamente la precarietà e cercare le proprie radici o i punti di riferimento anche nelle persone più inaspettate.

Il concetto di tempo fa da padrone nei corti TRE ORE e THEY SAY. Il primo, di Annarita Zembrano, condensa il rapporto di un padre carcerato con la figlia, in brevi ma densi dialoghi, lungo le sponde del Tevere, cercando di esprimere la difficoltà di recuperare il passato e costruire l’avvenire con le lancette che scorrono. Il secondo, invece, film spagnolo di Alauda Ruiz de Azua dilata il tempo, protraendo corse mozzafiato di un ragazzino problematico braccato dai suoi compagni di scuola e congelando i pensieri degli adolescenti sui concetti di divertimento, amore e identità, in pose statiche destinate però a scoppiare come le bolle fatte con le gomme da masticare.

A smorzare l’atmosfera sono arrivati però SMOKING WILL KILL YOU, australiano, che ironizza sul concetto del fumo e della morte, riportandoci alla commedia degli equivoci, e che per certi versi richiama anche lo spirito pirandelliano di Uno,nessuno e centomila, attivando un ingranaggio che a volte è difficile interrompere, e l’italiano STAND BY ME, di Giuseppe Marco Albano. Un impresario di pompe funebri ha deciso di trovare fama e immortalità rendendo grandiosa la sua azienda: promuovere Matera come il miglior luogo dove morire, nel conforto di sconosciute prefiche (donne assoldate appositamente per piangere ai funerali) e tra i canti del migliore complessino musicale del paese. Infatti anche un Gesù Cristo in croce, alla maniera di Pasolini, ha scelto di godersi il panorama dell’eternità dalle alture di Matera. Con la sua simpatica ironia, questo corto, ha introdotto la sezione denominata “Show Must Go On”: nonostante tutto, soprattutto la morte, lo spettacolo continua e, purtroppo, è davvero l’apparire e l’apparenza ciò che conta, come in VADO PAZZO PER LE VACCHE,di Tommaso Magnano, regista che ha altresì presenziato alla serata. Un giornalista realizza un servizio televisivo su un chirurgo che ha aperto la sua clinica in una fattoria, cosicché di giorno può contemplare le sue “vacche” e la sera operare vips e gente comune sotto l’effetto di sostanze psicotrope: naturalmente il servizio , colorato e patinato, non racconta minimamente la triste e grigia realtà (idea sottolineata dalla scelta fotografica del bianco e nero), perché l’unica raccomandazione fatta al reporter non era l’obiettività, bensì “non fare vaccate”. Crudo il messaggio di HTTP://,film polacco, dove un rito d’iniziazione inscena la morte, finge l’apice del dramma apposta per i futuri fruitori del filmato caricato su internet, quando in realtà la vera tragedia si compie fuori dall’inquadratura. Infine, il corto più estroso e cinico, ancora ironizza sul concetto di morte e scommesse: LA GRAN CARRERA, di Kote Camacho, un film in bianco e nero che simula le tecniche di ripresa dei film muti e racconta in modo straordinario la corsa ippica più assurda del mondo, ambientata nella Spagna del 1914, quando la prima guerra mondiale è ormai alle porte: i fantini muoiono, i cavalli seguitano a correre, le scommesse e l’adrenalina della vittoria pertanto possono continuare.

E anche la magia e la poesia delle opere proposte dall’Overlook continuano per le prossime due serate, a partire dalle ore 21, sulla passeggiata mare di Finale Ligure.

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