UN CALCIO AL CALCIO

di Guglielmo Olivero – Guai se ti assenti un giorno o non trovi in edicola la Gazzetta dello Sport. L’appassionato di calcio (ho una febbre altissima anch’io per il pallone) rischierebbe di non essere aggiornato sulle classifiche, dalla A alla Seconda Divisione. Non c’è mai un attimo di tregua: si gioca tutti i giorni e, purtroppo, in tutte le ore per, si dice, accontentare i palati asiatici che vogliono il campionato nostrano all’ora di cena. Speriamo che non si innamorino del nostro torneo gli australiani, altrimenti le partite si giocheranno alle 6 del mattino, sponsorizzate da un <Bad and Breakfast>.

 I tifosi (che non vogliono perdersi nulla) hanno gli stessi sintomi dell’ansia di prestazione con la paura di perdersi un gol, magari il più bello della serata. Non c’è sera (o pomeriggio) che non ci sia una partita o delle partite. Il risultato è che a pagare cara questa overdose sono poi le squadre del calcio dilettantistico con presenze che si riducono, in alcuni casi, a quelle delle fidanzate o dei parenti stretti. Nessuno però di questi protagonisti fa l’indignados, per difendere il proprio torneo.  Certo nessuno è obbligato ad assistere a tutte queste partite, può sempre staccare la spina. 

Del resto anche uno spot di Sky recita che la <nostra vita viene prima della tivù>. Quindi, senza fare tanto i nostalgici e auspicando magari una maggiore concentrazione di partite alla stessa ora, possiamo concederci una serata con amici e andare al cinema, a teatro o in una pizzeria. Peccato non poter invece andare nei ristoranti: quelli, si sa, sono sempre pieni.

* Willypedia, rubrica Corsara di Guglielmo Olivero