PUC e Marina di Albenga, Bessone (PdL): riserve sul progetto di “cementificazione a valanga”

“È, certo, sorprendente il progetto di ‘cementificazione a valanga’ che interesserebbe la marina di Albenga. Ecco perché sono tante le riserve che possono essere avanzate. Infatti, a prendere visione, da tecnici, del PUC proposto dall’attuale Amministrazione uscente, occorre ricordare quanto questo strumento urbanistico sia importante per la nostra città, dato che esso ne determina la futura conformazione”. Lo dichiara l’ Ingegnere Enrico Bessone, candidato alle prossime amministrative di Albenga nella lista del PDL.

“Se si pensa che – continua Bessone – fino a pochi giorni fa era pronta l’adozione di questo progetto preliminare del P.U.C., dando inizio al regime di salvaguardia, le proposte contenute nel PUC non possono essere semplici alternative. È ovvia poi la notevole differenza di impatto ambientale esistente tra un edificio alto 16 piani e uno alto 12 o ancor meno. La pianificazione della città necessita di massima attenzione, controllo e rispetto, senza indecisione e pressapochismo”.

“Inoltre – prosegue Bessone – siamo sicuri che i residenti ingauni abbiano bisogno, in un prossimo futuro, di così tante abitazioni? La crescita demografica della nostra città è in linea con quella della Liguria, regione che è all’ultimo posto in Italia. Il costo degli alloggi è sempre più sproporzionato rispetto al reddito medio percepito dai lavoratori ingauni, tanto è vero che, tra i giovani, risulta difficile l’acquisto di un semplice bilocale, anche con un mutuo. Se si intende favorire le seconde case per il turismo, ricordiamoci che in questo modo allora poche saranno le possibilità di rilanciare nella nostra città il settore alberghiero”.

“Infine, occorre pure tenere conto del fatto che la cementificazione della zona prospiciente il mare, con la costruzione di parcheggi interrati, potrebbe avere conseguenze dannose per le falde acquifere vitali destinate all’irrigazione delle aree agricole, con il rischio dell’avanzata irrefrenabile del mare e la perdita ulteriore di litorale destinato alla balneazione”, Conclude Bessone.