Political Essay – ITALIA BENE COMUNE

di Franco Astengo – La lettura del documento “Italia bene comune” elaborato dal PD, mi ha suggerito un solo spunto di commento, riassuntivo dell’insieme: auspico, infatti (non mi permetto più di sperare, la parola “speranza” è stata completamente bruciata dall’idea terribile del “Polo della Speranza”) che neppure i dirigenti del Partito Democratico che hanno contribuito a elaborarlo, o almeno quelli provenienti dal PCI, ci credano.

Il documento appare, infatti, frutto di quella “sindrome della sconfitta” che a suo tempo fece bruciare davvero tanti vascelli, nell’idea che ormai si fosse alla “fine della storia” e risultasse impossibile trasformare radicalmente questa società ingiusta, cattiva, terribile, insostenibile.

Un partito politico non può intendere – come invece si evince dal documento – la propria funzione esclusivamente in termini di “amministrazione dell’esistente”, senza una visione del mondo, senza un’analisi delle forze in campo, trasformando in provincialismo anche la stessa idea dell’Europa.

Auspico per davvero che si tratti di una manovra tattica, magari esasperando il togliattismo che – in varie forme- ancora alligna in quel partito, perché se così non fosse, se tutto si collocasse all’interno di una società “liquida”, priva di classi, dove la dicotomia principale è quella “scorretti/onesti” ed è scomparso il conflitto sociale, allora davvero la possibilità di un cambiamento apparirebbe tramontata all’orizzonte e ci troveremmo sul serio in una notte dove, hegelianamente, tutte le “vacche sono nere”, quella di Marchionne e quelle degli operai di Pomigliano ed i beni sono comuni a tutti i ceti sociali.

Una frase, però, m’induce al pessimismo, laddove si legge “ serve una politica sobria, perché se gli italiani devono risparmiare, chi li governa deve farlo di più”.

Qui si esprime, tragicamente, l’idea di una “casta di governo” (chi li governa..) annullando due secoli di lotte per l’eguaglianza e per fare in modo che il potere fosse oggetto di scontro diretto fra le diverse realtà sociali: adesso si suffraga che esiste “chi li governa”. Il paio, insomma, con la richiesta di sacralità del corpo del Presidente della Repubblica.

* Franco Astengo – Savona, politologo

1 Commento

  1. Sempre molto interessante il suo pensiero, Professore, nonchè ovviament eda me condiviso.
    La sospensione della democrazia in atto, purtroppo condotta a livello comunitario, ci deve far riflettere su aspetti che vengono osservati anche da altri continenti e che a noi paiono sfuggire, abbindolati ocme siamo da questa finta crisi, generata ad arte per i bassi scopi della lobby eurocratica dei finanzieri.
    Qui, per esempio prendiamo pure un bel “pistolotto” dall’Argentina, proprio nella persona del suo Presidente, Cristina Fernandez de Kirchner, la quale, non si può certo dire di essere poco pratica di crisi, avendo il suo paese attraversato una delle crisi economiche più devastanti al mondo.
    Come al solito, allego un link di informazione libera e non fltrata con l’articolo:
    http://www.stampalibera.com/?p=50433

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