di Mary Caridi – Schermaglie, giochini, o ambiguità del sindaco Guarnieri sul tema, ormai annoso delle aperture serali degli esercizi commerciali ad Albenga? Da quando si è insediata a “Palazzo”, in ripetuti appelli sulle pagine dei giornali la Guarnieri non ha mancato di lamentarsi della scarsa disponibilità dei commercianti a tenere aperti i negozi che nelle serate di eventi o manifestazioni erano tristemente chiusi. Lo ha detto pubblicamente e risulta abbia invitato il mondo del commercio e la sua rappresentante a fare mea culpa e a trovare una soluzione. Ora che dal mondo del commercio arrivano le proposte, da lei stessa sollecitate, fa melina e tenta la carta della mediazione sull’obbligo di apertura serale dei negozi. A che gioco gioca?
“Forse il titolo di domani dovrebbe essere” il Sindaco dice no a Se stessa” – afferma Lorenza Giudice – presidente di Confcommercio, e prosegue, anche sorpresa per le affermazioni della Guarnieri che fanno una marcia indietro sull’imposizione dell’apertura: “si dà il caso che proprio dal Primo Cittadino è giunta la richiesta di proporre nostro tramite, il regolamento impositivo sul turno; linea amministrativa peraltro più consona all’operato di una “Zarina” che al nostro mondo associativo. Armiamoci e partite è cosa ormai antica. Un’apertura settimanale democraticamente concordata, garantirebbe il servizio e l’incasso per il turnante. Attendiamo quindi con piacere, dopo un percorso di pubbliche accuse al nostro mondo di incapacitá imprenditoriale turistica e assensa di sensibilitá alle aperture, una morbidezza e disponibilità nuova atta a recepire le difficoltá e i costi che ognuno di noi imprenditori deve subire quotidianamente per dare continuitá alle proprie aziende”. “Onde evitare interpretazioni personali a quanto risposto al Sindaco nel merito del problema, farò pervenire uno scritto con quanto Confcommercio ha proposto mandandone copia ad ogni Associato, potendo verificare quanto una opportunitá di incasso per ognuno di loro, a turno, sia stata gestita come anticristo elettorale”, conclude seccamente Lorenza Giudice.
Il passo da gambero del sindaco è frutto di pressioni di qualche commerciante o una conversione della zarina tornata a rivestire i panni democristiani abbandonati da quando ha abbracciato la fede leghista? O semplicemente la zarina che odia le donne tenta di segare le proposte che arrivano da un’altra donna?
brava Mary bell’articolo!
Certo che vedere sempre i locali chiusi, soprattutto in quelle zone molto frequentate (leggi centro storico) è deprimente, soprattutto pensando a quei commercianti che hanno la loro attività in zone “meno fortunate”. Il primo pensiero è: ” l’hanno proprio grassa”!!
Bisogna però pensare anche a cosa comporta l’apertura serale/festiva delle attività commerciali: maggiori costi senza un sicuro rientro economico. Inoltre è di questi giorni la protesta a livello nazionale dei commessi/e per i turni festivi.
E poi l’obbligo di apertura mi sembra una cosa molto dittatoriale (che peraltro si adatta bene al ns. sindaco).
E’ possibile che i commercianti le prove di apertura le abbiano fatte e che non le ritengano produttive.
Certamente se io avessi un’attività nel centro storico ci proverei…..
Saluti
Acqua a quel mulino??? Ma io l’ho solo sentita parlar male della candidata (allora) sindaco! Forse qui c’è un po’ di confusione. Sarà forse che come qualcuno, a lei vicino, aveva già preannunciato da tempo, vedendo l’apertura di un pubblico esercizio per farsi conoscere sulla piazza, il preludio ad una discesa in campo per la prossima tornata elettorale?
…..Lorenza Giudice si accorge solo adesso che ha a che fare con un lupo?………eppure in campagna elettorale gli ha fatto comodo portare l’acqua a quel mulino……..