Fior d'Albenga 2010: il 3 aprile l'inaugurazione

La magia e la bellezza dei giardini dell’antica Albingaunum rivivranno tra le piazze e le vie del centro storico di Albenga. La Città si coprirà di circa 700 metri quadrati di giardino, trasformando gli angoli più suggestivi del centro storico in veri e propri giardini romani, offrendo la possibilità di vedere e conoscere come le piante e i fiori della piana fossero apprezzate già in epoca romana producendo arte e colore.

Il “culto del giardino” rifiorirà ad Albenga: Largo Doria diventerà l’ “Hortus”, Piazza San Michele “Il Giardino di Ornamento” e “Rus in Urbe”, Piazza IV Novembre “La via Julia Augusta e le Ville di Albingaunum”, Porta Mulino “Arbores Urbanae” e Porta Torlaro “Viridarium”.

L’allestimento e la realizzazione dei giardini saranno a cura di: Garden Service Vivai Michelini, Agricoltura e Giardini snc, Il Giardino dell’Orchidea, Azienda Agricola di Ferrando Sandro e Vivai Montina.

Nella bellissima cornice di Fior d’Albenga ci saranno molte occasioni per scoprire e conoscere la storia e l’arte di Albenga: la Palazzo Oddo srl proporrà laboratori didattici culturali per adulti e famiglie ispirati alla romanità: sabato 3 aprile, sia alle ore 10 che alle ore 16, presenterà “Albenga Insolita: le dimore Patrizie” e sabato 10 aprile negli stessi orari “ la Via Julia Augusta” ( per prenotazioni Mostra Magiche Trasparenze tel 0182/571443).

Inoltre, a cura dell’Associazione Vecchia Albenga e del Parco delle Favole, verranno realizzati i Mosaici “Fior di Cuore d’Artista” in Piazza San Michele che a partire dal 7 aprile coinvolgeranno anche i ragazzi delle scuole di Albenga, che realizzeranno mosaici di fiori in vaso riproducendo i disegni realizzati in occasione del concorso Carlo Uggeri a cura di dell’Ucai , Vecchia Albenga e Parco delle Favole.

I GIARDINI DELL ’ANTICA ROMA – I Romani progettando i loro giardini, sia privati che pubblici, non si limitavano ad una coltivazione normale delle piante, ma cercavano di trasformare

il loro aspetto naturale potandole in modo che acquistassero le forme più strane e in particolare che assomigliassero ad oggetti o ad animali. La bellezza e la fantasia con cui erano disposti gli alberi e le piante nei giardini di Roma, oltre che dagli scrittori, viene testimoniata dai dipinti con cui gli antichi Romani facevano decorare le loro stanze. Difatti i Romani erano tanto amanti del verde che, quando dalle loro case non si potevano ammirare gli spettacoli della natura, si facevano dipingere sulle pareti ampie vetrate che avevamo per sfondo un bosco o un giardino.

Le specie vegetali usate dai Romani nei loro giardini erano le stesse che usiamo ancora oggi e venivano suddivise in due categorie: gli “arbores silvestres”, cioè quelli che crescevano spontanei nei boschi ed erano poco adatti alla coltivazione (ad esempio l’abete, il faggio, il castagno, il pino silvestre, il leccio, il pioppo, la quercia, il rovere) e gli “arbores urbanae”, che potevano essere trapiantati anche in città sia per ricavarne frutti o anche semplicemente per godere della loro ombra (platani, olmi, olivi, palme, tigli, cipressi, pinus pineae).